Crolla il fronte degli adulatori di Monti «O dice bugie oppure ci prende in giro» Pareri illustri

«Penso che l'Italia si trovi in uno stato di difficoltà soprattutto a causa dell'evasione fiscale». O Monti mente sapendo di mentire o straparla. Cominciava così ieri sul Foglio un intervento di Piero Ostellino in cui l'autorevole editorialista del Corriere della Sera rimproverava al premier una scarsa fantasia nell'individuare come unica causa della poca credibilità dell'Italia, l'alto tasso d'evasione fiscale citandone una criticabile frase: «La notorietà pubblica del nostro alto tasso d'evasione contribuisce a indisporre nei confronti dell'Italia quei Paesi da quali di tanto in tanto potremmo avere bisogno di assistenza». E ancora contestava a Monti una visione miope dei nostri problemi ricordandogli «che l'Italia è in piena recessione non solo e non tanto per l'evasione che pure va combattuta ma per migliaia di leggi, regolamenti e divieti, per l'incertezza del diritto e di uno Stato sociale troppo costoso».
Una sonora bocciatura del professore dunque da parte di Ostellino, evidenziata anche da altre sciabolate contro Monti, nel suo confronto con Giuliano Ferrara sulla prima pagina del giornale, tipo il giudizio sulle possibile prospettive e strategie del governo tecnico: «Il governo degli ottimati, già apprezzato come rimedio contro la crisi e ostacolo alle elezioni anticipate è interpretato come il veicolo non della temporanea sospensione della democrazia (termine usato da Ferrara, ndr) bensì del suo definitivo superamento. Non si esorcizzano le elezioni anticipate, ma tout court le elezioni... In fondo al tunnel non c'è la fine della crisi come dice Monti al quale l'italico spirito del mondo ha assegnato la parte del re travicello, ma l'approdo a una forma di democrazia tecnocratica-amministrativa che della sovranità popolare segnerebbe la fine». Ovvio che la dura requisitoria contro il governo dei tecnici mossa da Piero Ostellino abbia innescato una serie di commenti altrettanto autorevoli.
Per Alberto Mingardi, giornalista e scrittore, direttore del Centro Studi Bruno Leoni, «se ha ragione Ferrara quando ricorda a Ostellino che non si può pretendere che un governo cambi in pochi mesi una prassi consolidata della vita pubblica italiana è anche vero che ridurre il problema Italia all'evasione fiscale e soprattutto disgiungere il problema dell'evasione da quello della pressione fiscale è surreale. Tra l'altro cercare di tenere così alti i toni sull'evasione fiscale come fa Monti non è affatto un elemento di discontinuità visto che la spettacolarizzazione della lotta agli evasori c'era già stata con Visco e Tremonti. Il governo Monti c'è perché la politica ha fallito, dal '92 in avanti. Perché non ha saputo affrontare i nostri problemi di sempre: tasse, burocrazia, debito pubblico. In Parlamento il governo Monti è sostenuto dai tre maggiori partiti quindi non credo che ci sia un problema di svuotamento della democrazia. Ma stiamo andando alle elezioni senza che nessun partito abbia una proposta credibile e se i partiti fanno di tutto per smarcarsi e insistono nel dire che non ci sono soluzioni allora ecco che legittimano una soluzione neutrale e tecnica che consegnerà il Paese a questa tecnocrazia. Ma questo è il vuoto pneumatico dei partiti non è un disegno di Monti».
Decisamente schierato con Ostellino, Stefano Bruno Galli, editorialista e docente di Storia delle dottrine politiche alla Statale di Milano. «Certo che Monti mente sapendo di mentire perché se l'azione del governo si impernia sulla lotta all'evasione e nella pressione fiscale si spacca il Paese e si innesca solo l'odio. Tremonti quando si mosse in questa direzione venne contestato. Monti, che ha fatto una manovra fotocopia, improvvisamente è diventato il salvatore del Paese. Curioso che a Monti sfuggano certe evidenze sottolineate da Ostellino: lo sa chiunque che se aumento la pressione fiscale contraggo i costumi e quindi Ostellino, che ragiona da ultraliberale e liberista ricorda a Monti che il problema Italia è un eccesso di burocratizzazione. Sospensione della democrazia col governo Monti? Anche in questo caso la penso come Ostellino: Monti sta interpretando la parte che gli ha affidato Napolitano facendo, giova ricordarlo, uno strappo costituzionale nel momento in cui gli ha affidato l'incarico. Siccome tutti sperano di andare alle elezioni più tardi possibile ecco allora che Monti ci marcia, guidando un manipolo, sì di stimati studiosi, ma anche di dilettanti allo sbaraglio scollegati con il Paese».


In fondo al tunnel non c'è la fine della crisi ma della sovranità popolare


Slegare il problema
dell'evasione da quello delle tasse
è del tutto surreale

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