Il decreto carceri è legge. Nordio: "Soluzioni per il sovraffollamento"

La Camera dà il via libero definitivo al provvedimento con 153 voti favorevoli. Incontro tra il ministro della Giustizia e Giorgia Meloni a Palazzo Chigi per fare il punto della situazione sul sistema detentivo. Schlein polemica: "Maggioranza accecata da furia ideologica e punitiva"

Il decreto carceri è legge. Nordio: "Soluzioni per il sovraffollamento"

Il decreto carceri è stato approvato definitivamente dalla Camera dei Deputati. Dopo il voto di fiducia di ieri notte, l'Aula di Montecitorio si è riunita nuovamente per votare il dl dopo il via libera del Senato di circa un mese fa: 153 i voti favorevoli, 89 i contrari e un solo astenuto. Molte le novità previste dal provvedimento, ora diventato legge: assunzione di mille nuove unità per il Corpo della Polizia Penitenziaria, ma anche procedure più snelle per concedere di uscire dal carcere in anticipo a chi ne ha diritto, più telefonate per i detenuti e l'istituzione di un albo di comunità adibite alla detenzione domiciliare. Carlo Nordio aveva parlato pochi giorni fa di un "intervento vasto e strutturale che affronta in modo organico un altro settore del sistema dell'esecuzione penale" e "che potremmo chiamare umanizzazione carceraria".

Procedure più veloci per la libertà anticipata

Il decreto prevede misure per la semplificazione e velocizzazione delle procedure per concedere la libertà anticipata ai detenuti che ne abbiano il diritto. In occasione "di ogni istanza di accesso alle misure alternative alla detenzione o ad altri benefici analoghi, rispetto ai quali nel computo della misura della pena espiata è rilevante la liberazione anticipata", il magistrato di sorveglianza "accerta la sussistenza dei presupposti per la concessione della liberazione anticipata in relazione ad ogni semestre precedente". L'istanza, sottolinea poi il testo, "può essere presentata a decorrere dal termine di novanta giorni antecedente al maturare dei presupposti per l'accesso alle misure alternative alla detenzione o agli altri benefici analoghi". In ogni caso, le detrazioni non saranno riconosciute "qualora durante il periodo di esecuzione della pena il condannato non abbia partecipato all'opera di rieducazione". La misure alternative potranno essere decise non più in via provvisoria, ma definitivamente e più rapidamente dal magistrato di sorveglianza, senza passare per il tribunale collegiale.

Più telefonate per i detenuti

Il testo prevede inoltre l’istituzione di un albo di comunità che potranno accogliere alcune tipologie di detenuti - come quelli con residuo di pena basso, i tossicodipendenti e quelli condannati per determinati reati - dove potranno scontare il fine pena. L'intervento va nella direzione di consentire ai molti detenuti, soprattutto stranieri e privi di residenza ufficiale, di avere un luogo per la detenzione domiciliare. Previste modifiche all'articolo 39 del regolamento penitenziario: il provvedimento parla di "un incremento del numero dei colloqui telefonici settimanali e mensili". Il ministro della Giustizia ha spiegato che "la possibilità di comunicare in termini più elastici e maggiori con le famiglie sarà un piccolo aiuto psicologico che assieme alle risorse di sostegno psicologico ai detenuti già messe in atto, contribuirà, lo speriamo, a rendere psicologicamente più agevole una situazione che essendo punitiva incide sull'umore e la depressione del detenuto".

Nuove assunzioni e formazione

Nel dl ci sono anche una serie di norme sull'assunzione di personale, si parla di mille persone per il Corpo di Polizia penitenziaria tra il 2025 e il 2026. Uno degli articoli riguarda anche anche la modifica di alcune disposizioni in materia di formazione degli agenti di polizia penitenziaria, oltre a modifiche sulla disciplina relativa agli incarichi di livello dirigenziale nel ministero della Giustizia. Si interviene poi sul reato di indebita destinazione di denaro o cose mobili. Fuori dei casi previsti dall'articolo 314 del codice penale – la norma che disciplina il reato di peculato – "il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, li destina ad un uso diverso da quello previsto da specifiche disposizioni di legge o da atti aventi forza di legge dai quali non residuano margini di discrezionalità e intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale o ad altri un danno ingiusto, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni".

Riunione con Meloni, Tajani e Giorgetti

Nel frattempo oggi pomeriggio a Palazzo Chigi si è tenuta una riunione presieduta dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla presenza dello stesso ministro della Giustizia, Carlo Nordio, del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Oggetto dell'incontro era il punto sul sistema carcerario che rappresenta un tema molto sensibile per il governo. "Ho prospettato al presidente Meloni soluzioni a breve e medio termine per il sovraffollamento carcerario - ha dichiarato il guardasigilli -. Proporrò al Csm di considerare la copertura di organico per la magistratura di sorveglianza, garantendo da parte del Ministero agili e veloci procedure per il completamento della pianta organica degli amministrativi presso i Tribunali di sorveglianza". Circa l’elevato numero di detenuti stranieri, il ministro Nordio ha confermato l0impegno a moltiplicare gli sforzi per rendere operativi in tempi celeri gli accordi con gli Stati interessati, al fine di "garantire l'esecuzione della pena nei Paesi d'origine", ha concluso.

Schlein: "Furia ideologica e punitiva del governo"

"Queste condizioni invivibili nelle carceri le pagano sia le persone ristrette sia chi ci lavora. Servono risorse, investimenti, spazi, personale. Noi stiamo insistendo ma purtroppo il governo è troppo preso dalla sua furia ideologica e punitiva e pensa di poter affrontare i problemi sociali dell’Italia inventando nuovi reati inutili e inasprendo le pene". Così la segretaria nazionale del Partito Democratico del Pd, Elly Schlein, fuori da Palazzo Montecitorio mentre commenta l'esito dell'approvazione del decreto carceri.

"Noi continuiamo a pensare che un carcere così non produce più sicurezza ma solo altro carcere", ha proseguito la dem, sottolineando poi che affossare la proposta sulle detenute madri "è una vergogna".

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