Nordio annuncia un piano di investimenti. Continuano i disordini negli istituti di pena

Il guardasigilli: "Solo nel 2024 abbiamo stanziato 10,5 milioni aggiuntivi". Rivolte a Velletri, Rieti e al Beccaria

Nordio annuncia un piano di investimenti. Continuano i disordini negli istituti di pena
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«Certezza della pena»: su uno dei piatti della bilancia, di fronte all'emergenza carceri, per il ministro della Giustizia Carlo Nordio deve stare anche l'esigenza di tutelare la collettività e la sua sicurezza, facendo in modo che chi è stato giudicato colpevole («da magistrati, non dal ministro», ama sottolineare il Guardasigilli) sconti la sua condanna. Così anche ieri il ministro torna a sottolineare quel principio come faro degli interventi immediati per intervenire sulla drammatica situazione causata dal sovraffollamento degli istituti di pena e di cui ancora ieri si sono viste le conseguenze, con proteste e ribellioni: da Velletri, dove due agenti sono stati sequestrati in un raggio, a Rieti dove altri due agenti sono stati presi in ostaggio da un detenuto, al «minorile» di Milano già teatro di episodi critici nelle scorse settimane. La soluzione per Nordio non è un decreto «svuota carceri» ma una manovra congiunta: più carceri, più personale, più preparazione. E più strumenti per avviare il reinserimento sociale.

Nordio vanta numeri importanti sul fronte degli stanziamenti, «solo nel 2024 abbiamo stanziato 10,5 milioni di euro aggiuntivi per gli psicologi ed un milione per i mediatori culturali in modo da migliorare la qualità dei percorsi di reinserimento». Il ministro rivendica uno sforzo anche su uno dei fattori chiave del sovraffollamento: migliaia di detenuti prevalentemente stranieri che avrebbero diritto agli arresti domiciliari non possono accedervi perché non hanno una casa e una famiglia disposte ad accoglierli e mantenerli; inoltre altre migliaia di tossicodipendenti restano in carcere perché non ci sono posti in comunità di recupero. A questi «buchi» il governo, spiega Nordio, risponde con sette milioni di euro per agevolare l'accesso ai «domiciliari», altri cinque milioni per aumentare i posti in comunità. E poi sgravi fiscali per 19 milioni alle aziende che utilizzano il lavoro dei detenuti all'interno delle carceri, strumento essenziale per avviare a un rientro positivo nella società dei «liberi». Va ricordato anche che il lavoro interno è da sempre un efficace strumento di disciplina all'interno delle prigioni, visto che per venire ammessi ai posti disponibili è necessario avere un curriculum carcerario senza macchie.

Sul fronte del personale Nordio rivendica di avere posto rimedio a una situazione colabrodo lasciata dai governi precedenti, «a ottobre 2022 dei sessantuno mediatori culturali previsti ne erano in servizio solo tre».

I piani straordinari di assunzione nella amministrazione penitenziaria (a tutti i livelli, dai direttori di carcere agli agenti semplici) sono destinati a riempire ed allargare la pianta organica «queste misure massicce unitamente al piano straordinario per l'edilizia penitenziaria che il commissario metterà presto in campo sono solo l'inizio del nostro programma». Abbiamo ereditato, dice il ministro «un sistema abbandonato da decenni», ora «nulla sarà lasciato al caso».

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