Def, via libera dal Cdm: "Deficit al 4,3%, pesante impatto del Superbonus"

Disco verde al Documento di economia e finanza: il Pil per il 2024 è stato stimato all’1 per cento

Def, via libera dal Cdm: "Deficit al 4,3%, pesante impatto del Superbonus"
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Via libera al Def in Consiglio dei ministri. Il Documento di economia e finanza è stato presentato senza la parte programmatica e trovano conferme i numeri circolati nelle scorse ore: il testo indica una stima del Pil 2024 all'1 per cento, deficit al 4,3 per cento e il debito al 137,8 per cento. Per quanto concerne il 2025, il Pil crescerà dell’1,2 per cento mentre il deficit si attesterà al 3,7 per cento del Pil e il debito al 138,9 per cento. Guardando al 2026, +1,2 per cento per il Pil con deficit al 3 per cento e debito al 139,8 per cento. L'anno successivo il Pil è previsto in crescita dello 0,9 per cento, il deficit al 2,2 per cento e il debito al 139,6 per cento.

"Crescita economica in ribasso rispetto alla Nadef", il commento del ministro Giancarlo Giorgetti. Il titolare del Tesoro ha rimarcato che le previsioni macro e di crescita sono "assai complicate in un quadro internazionale e geopolitico complicato". Dal Documento di economia e finanza emerge il pesante impatto sulle casse pubbliche e sui dati macro di riferimento del superbonus 110 per cento, la misura tanto cara a M5s e Pd che ha creato solo problemi ai conti pubblici. Un provvedimento irresponsabile, tale da causare truffe miliardarie e soprattutto un buco da decine di miliardi. "L'andamento del debito è quello pesantemente condizionato dai riflessi per cassa dal pagamento dei crediti fiscali del superbonus nei prossimi anni. Questa enorme massa di 219 miliardi di crediti edilizi, scenderanno in forma di compensazione nei prossimi anni, e diventeranno a tutti gli effetti debito pubblico, anche ai fini contabili", l'analisi senza filtri del ministro. Sul punto Giorgetti ha aggiunto: "Quello che non cessa adesso è la verifica e il controllo della bontà di questi debiti" derivanti dal superbonus, che"ha già portato, ad oggi, a circa 16 miliardi di crediti annullati e sequestrati a vario titolo. Questa operazione di verifica circa la bontà di tutti questi crediti vantati, o dichiarati tali, presso lo Stato continuerà e credo sia una delle parti più importanti dell'operazione di accertamento e di verifiche fiscali che dobbiamo fare quest'anno".

Per quanto riguarda le previsioni sulla crescita economica, il Governo intende proseguire sul metodo adottato finora, fornendo numeri il più possibile realistici, non gonfiati né troppo impostati alla prudenza, al netto tuttavia della congiuntura internazionale volatile a causa dei conflitti in atto. Un metodo di lavoro che ha dato e continua a dare risultati."Quello della decontribuzione che scade nel 2024 è un obiettivo che intendiamo assolutamente replicare nel 2025, è il vero obiettivo che ci poniamo quando andremo a definire il piano strutturale entro il 20 settembre”, ha spiegato Giorgetti in conferenza stampa. Il ministro in quota Lega ha inoltre rimarcato di attendersi una diminuzione dei tassi di interesse in relazione al fatto che l'inflazione sembra sotto controllo, tenendo conto che "nel corso degli anni la spesa per interessi aumenta" a causa dell'aumento dei tassi da parte della Bce. Un messaggio forte e chiaro alla presidente.

Il Def approvato dal governo ha un’impostazione diversa complice il cambiamento delle regole di programmazione economica. Di conseguenza sono previste nuove tempistiche:“Le regole di governance in via di approvazione introducono un nuovo strumento di programmazione, il Piano fiscale-strutturale di medio termine, che a regime dovrà essere presentato alle autorità europee entro il 30 aprile (con una cadenza allineata alla durata della legislatura nazionale, che nel nostro ordinamento è fissata in cinque anni). Per l'anno in corso sarà applicato un regime transitorio, che prevede la presentazione del Piano alla Commissione europea entro il 20 settembre", quanto reso noto da fonti di Palazzo Chigi. L’approvazione del Piano prevede il contributo di diverse istituzioni e un confronto con Parlamento e Commissione Ue. Al momento queste regole non sono ancora in vigore, perciò è stata sancita la possibilità di sospendere le vecchie procedure per evitare di svuotare l'atto politico di contenuto. Il processo – spiegano le stesse fonti – si concluderà in tempo per la messa a punto della manovra per il 2025, senza rischi di generare incertezze sui mercati. Il governo Meloni fornirà gli elementi utili alla costruzione della nuova legge di Bilancio nel Piano fiscale strutturale.

Tanti i temi trattati da Giorgetti nel corso della conferenza stampa, non è mancata una battuta su un suo possibile futuro nella Commissione europea: "Ho dato disponibilità, come è noto, a sostituire eventualmente Allegri però ha vinto e quindi credo che questa decisione venga rinviata, se vuole, io a Leo lascio volentieri il posto". Poi il titolare del Tesoro ha risposto così ad una domanda sul possibile partner per Mps considerata la 'Cenerentola' del mondo bancario: "La scarpetta è pronta, il 2024 credo debba essere l'anno buono".

Per quanto concerne Rai way, Giorgetti ha rimarcato che c'è una delibera assunta dal consiglio di amministrazione della Rai e c'è la volontà arrivare ad un riassetto nel settore: "C'è un dpcm, ci sarà, non c'è la discesa sotto il 30% però sicuramente l'ambizione del governo, l'idea del governo, è di creare come per Netco nelle telecomunicazioni, un soggetto di presenza pubblica rilevante che gestisca tutto l'assetto delle torri".

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