Delirio di Occhetto: per difendere Napolitano attacca Berlusconi

Lo storico ultimo segretario del Pci fa un riferimento totalmente insensato ai funerali di Stato del Cavaliere, tenuti tre mesi fa, mentendo spudoratamente sulla durata del lutto nazionale

Delirio di Occhetto: per difendere Napolitano attacca Berlusconi
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La commemorazione di Giorgio Napolitano infiamma gli animi negli studi di La7. Durante la puntata odierna de L'Aria che tira, infatti, i toni si sono vivacizzati quando gli ospiti in studio hanno espresso i rispettivi punti di vista sulla figura del presidente della Repubblica emerito, scomparso lo scorso 22 settembre all'età di 98 anni. Attorno al tavolo sul quale si stava sviluppando la discussione, sotto l'occhio del conduttore David Parenzo, erano seduti Federico Mollicone, deputato di Fratelli d'Italia, i giornalisti Lirio Abbate e Goffredo Buccini (rispettivamente di Repubblica e Corriere della Sera) e Achille Occhetto. E sono proprio le parole dell'ultimo segretario del Partito Comunista Italiano che hanno lasciato basiti molti telespettatori all'ascolto.

Gli insulti e le bugie di Occhetto

In collegamento c'era il vicedirettore de Il Giornale Francesco Maria Del Vigo che, chiamato in causa direttamente dal presentatore, confermava il fatto che - pur rimarcando tutto il massimo rispetto umano per la persona - il titolo utilizzato dal nostro quotidiano ("Fine del comunista che ha usato la democrazia") rappresentasse quello che pensano moltissimi cittadini italiani: l'ex Capo dello Stato è stato un Presidente di parte e molto divisivo, nonché il grande regista dell'operazione che, nel 2011, estromise da Palazzo Chigi il governo guidato da Silvio Berlusconi, legittimato dal voto popolare tre anni e mezzo prima, per sostituirlo con quello tecnico di Mario Monti. E, così facendo, ha contribuito alla "sospensione della democrazia" per tutti i successivi undici anni. Giudizio non condiviso (più che legittimamente) dalla deputata del Partito Democratico Simona Bonafè e da Buccini.

Dopo di che interviene Occhetto, che di Napolitano fu amico e compagno di partito. La normale dialettica tra punti di vista opposti, che si stava tenendo in maniera assolutamente pacifica, viene radicalmente stravolta dalle parole di fuoco del candidato premier del Psd nel 1994. Il suo ricordo di Napolitano si trasforma in un attacco virulento, stonato e completamente insensato contro Silvio Berlusconi: "La demonizzazione contro Napolitano va respinta in modo totale, soprattutto in un Paese che ha avuto la vergogna di fare il lutto nazionale di una settimana per uno che è stato condannato dalla magistratura". Un riferimento totalmente gratuito al Cavaliere, quello di Occhetto, tra l'altro caratterizzato da una clamorosa bugia: non è assolutamente vero che il lutto nazionale per commemorare Berlusconi durò una settimana: scomparso il 12 giugno, il cordoglio ufficiale venne proclamato limitatamente alla giornata del 14, ovvero quando si tennero le pubbliche esequie del quattro volte presidente del Consiglio.

Il flop della "gioiosa macchina da guerra"

"In Inghilterra mi hanno detto che dei loro amici inglesi pensavano che fosse una nuova barzelletta italiana quando uscì la notizia", ha aggiunto il "compagno" Achille. Per quest'ultimo, evidentemente, il lutto nazionale può andare bene soltanto per chi difendeva i carri sovietici a Budapest nel '56 - in quanto la repressione del moto ungherese era necessaria per "salvare la pace nel mondo" - e attaccava lo scrittore dissidente Aleksandr Solzenicyn poco prima che venisse espulso dall'Urss. Ma guai a chi lo critica. E poco importa, anche, che Silvio Berlusconi sia stato l'uomo che ha ricoperto il ruolo di presidente del Consiglio per più tempo rispetto a tutti gli altri.

Dopo il fallimento della sua "gioiosa macchina da guerra" di quasi trent'anni fa, a Occhetto è rimasto solo il "gioioso" modo di insultare chi all'epoca lo sconfisse nelle urne, nonostante l'ex comunista fosse nettamente il favorito.

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