Rimasto senza poltrone - nonostante anni di cieca fedeltà e militanza alla creatura (fin dai suoi albori) ideata da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio - Giancarlo Cancelleri annuncia il suo mesto addio al Movimento 5 Stelle, lanciando strali contro Giuseppe Conte e contro quel partito che - per 13 anni e fino alla scorsa estate - lo ha politicamente coccolato in tutti i modi possibili.
"Il Movimento è distrutto e non ha più consensi", è il giudizio spietato dell'ex sottosegretario in un'intervista rilasciata al Quotidiano di Sicilia. "Quello in cui ero io, era un gruppo capace di fare attivismo nel territorio, arrivavano i risultati, si eleggevano i sindaci, si valorizzavano le proprie risorse", spiega. Adesso, invece, "non sa minimamente valorizzare le competenze che sono cresciute al proprio interno e getta via come uno straccio vecchio persone che hanno contribuito a fondare e fare diventare grande e credibile quel gruppo".
Perse due volte la presidenza siciliana
Naturalmente - s'intuisce tra le righe - tra gli "stracci vecchi" buttati via che però avevano portato il M5s ai suoi massimi "splendori" lui (con tutta la modestia del caso) s’inserisce più che volentieri. Peccato che Cancelleri sia riuscita nell'impresa di perdere per due volte su due (nel 2012 e nel 2017, dove nel secondo tentativo era considerato favoritissimo contro Musumeci) l'elezione a presidente della Regione Sicilia. E sarebbero addirittura tre su tre se solo fosse andata in porto la sua candidatura a governatore per il 2022. Ma l'idea di far eludere la regola del terzo mandato non andò giù a Giuseppi, che poi puntò su Nuccio Di Paola per rappresentare in solitaria il Movimento in Regione. Risultato: un misero 15,2% dietro a Renato Schifani, Cateno De Luca e Caterina Chinnici. Cancelleri non la prese benissimo, ma lo scorso 30 giugno convocò una conferenza stampa al Palazzo dei Normanni per assicurare: "Ho contribuito a fondare il Movimento e a fortificarlo in Sicilia: è, e sarà, casa mia".
Certo: è stata la totale mancanza di progetti politici a consigliare questa sua fuoriuscita (non che invece, in passato, il partito di Grillo pullulasse di idee geniali). Ma nel corso dell'intervista si comprende il vero motivo dell'abbandono ai 5 Stelle: Cancelleri, che fino a sei mesi fa è stato anche sottosegretario alle Infrastrutture con i governi Conte 2 e Draghi, non ha digerito lo stop ricevuto dall'ex presidente del Consiglio a una sua candidatura a sindaco di Catania. Un'inflessibilità che gli è sembrata paradossale, visto che negli stessi giorni il Movimento 5 Stelle sosteneva in Lombardia Majorino: "uno che fa politica da trent'anni". Da lì è nata "una prima delusione", destinata poi ad aggravarsi con il tentativo di proporre come primo cittadino di Catania, al suo posto, Enzo Bianco (72 anni, già quattro volte sindaco sotto l'Etna). Anche in questo caso, dagli alti ranghi del Movimento è arrivato l'altolà.
"È finita con la candidatura di Caserta che è il candidato su cui hanno convogliato solo per questioni di contingenza e necessità", racconta ancora Cancelleri. Così, dopo due rifiuti consecutivi, "è iniziata una denigrazione da parte di una buona fetta di Movimento". Ecco, quindi, l'amarezza per gli attacchi "personali e ingiustificati" da parte dei suoi ex colleghi: "Nessuno si è degnato di fare neanche una telefonata - sottolinea Cancelleri -. In compenso hanno fatto dei video contro di me in cui mi hanno riempito di insulti per avere avanzato una proposta quando eravamo ancora in tempo per fare le cose per bene".
In sintesi, per l'ex vicepresidente dell'Ars, i grillini "sono davvero degli improvvisati". Dopo 14 anni da quando lui si iscrisse al Movimento, verrebbe quasi da commentare: complimenti per i riflessi pronti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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