I grillini sono arrivati in Parlamento. Tra gli obiettivi c'è anche quello di portare più trasparenza nel Palazzo, fare da tramite con gli italiani per "smontare" la Casta. Da mesi il refrain è sempre lo stesso: basta privilegi, ci abbasseremo lo stipendio, restituiremo i rimborsi.
Non tutti, però. "Condivido pienamente che le spese di viaggio (magari in II classe e non business) vadano rimborsate quando si tratta di viaggi di lavoro", scrive il neoeletto deputato Alessandro Di Battista pubblicando su Facebook la foto del suo tesserino. Ma quali sarebbero questi viaggi di lavoro? Missioni parlamentari? Viaggi istituzionali di rappresentanza? Non solo.
Ad esemprio, "quando andremo in Val di Susa a sostenere i NoTav", scrive l'onorevole grillino, che promette di "rendicontare" ogni spostamento a carico dei contribuenti e che invita i suoi sostenitori ad "alzare il controllo popolare intorno al potere".Ma partecipare a una contestazione è un viaggio di lavoro? Gli italiani dovranno pagare anche la partecipazione a manifestazioni contro progetti approvati e finanziati dallo Stato?
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