Dipendenti pubblici, Sicilia batte Lombardia: 6-1

Qualche leggerissima differenza. Soltanto leggerissima, intendiamoci. Da una parte una voragine di debiti e una sequela inconsulta di sprechi, tra i quali, proprio su queste stesse colonne siamo tornati a spigolare ieri, dall'altra la ricerca ostinata di raggiungere se non la perfezione almeno la virtuosità nell'amministrazione del denaro pubblico. Risultato: non c'è partita fra Lombardia e Sicilia perché non ci può essere partita, moralmente accettabile, tra un Regione di 10 milioni di abitanti che ha 3.084 dipendenti contro una di 5 milioni che ne ha 17.995. E dove, badate bene, i dipendenti totali del «sistema regione» sono, in Lombardia, 4.900 contro i 28.796 della Sicilia.
Ma perché mai così tanti? Così troppi? Se lo chiede, giustamente, qualsiasi persona che abbia un minimo di buon senso cui possono sembrare tanti e, magari lo sono anche, visto che il governatore Formigoni si sforza di rimanere sempre vigile su questo fronte, già i «minimi» numeri della Lombardia. Eppure il governatore Lombardo non solo non ammette ma cerca di contrattaccare: «Chi ha scritto che siamo al crac e al default e che la Sicilia è fallita, come alcuni giornali hanno fatto ieri a 9 colonne, sarà denunciato e pagherà danni civili sicuramente salati», è arrivato a dichiarare, a margine del processo per reato elettorale che si sta celebrando a Catania. Ma, intanto si è anche affrettato a puntualizzare quanto segue: «Ho parlato al telefono con Mario Monti rassicurandolo del fatto che gli rassegnerò formalmente tutti gli elementi utili a dimostrare la sostenibilità della finanza regionale. E gli parlerò anche della scelta di dimettermi».
Un'altra nota dolens, che si evince dalla tabella pubblicata in prima pagina, è quella della cifra destinata alle pensioni dei consiglieri regionali: 7,8 milioni di euro in Lombardia, 20,5 milioni di euro in Sicilia. Avete letto bene, non ci sono errori. Purtroppo.
E poi. Poi ci sono altre amenità come quella dei dirigenti. Anche in questo caso le cifre parlano meglio di qualsiasi altra considerazione: i dirigenti di ruolo sono 223 in Lombardia mentre in Sicilia, dove, evidentemente, esiste una spiccata vocazione al comando e al coordinamento (del nulla) sono 1.800. Una cifra che fors'anche viene meglio espressa dal rapporto dirigenti-dipendenti: un dirigente ogni 14 dipendenti in Lombardia, uno ogni sei in Sicilia. In altre parole tutti comandanti e nessun soldato semplice. Sarebbe anche il caso di soffermarsi su un altro piccolo particolare. Sempre per quelle leggerissime differenze cui accennavamo all'inizio. Il piccolo particolare è questo. Lo Stato lascia alla Sicilia il 100% dei seguenti tributi: Irpef, Ires, Iva, tassa sulle successioni, tassa sulle donazioni, imposta ipotecaria, imposta sull'energia elettrica, imposta di bollo, imposta di registro, tasse automobilistiche. Una straordinaria generosità, motivata dal vantaggio di godere dello status di Regione a statuto speciale.

Ebbene, se la Lombardia avesse lo stesso trattamento della Sicilia dovrebbe ricevere dallo Stato oltre 70 miliardi all'anno contro i circa 20 attualmente trasferiti. Nonostante le scarse risorse trasferite e i continui tagli la Regione Lombardia chiude sempre il bilancio in avanzo. Botta di fortuna e basta?

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