Doppia cura per guarire: via l'Imu e sgravi sull'Irpef

Tagli anche su Iva e Tarsu per rilanciare il Paese: gli 8 punti elaborati dal Pdl sono la base da cui partire. Poi piano di dismissioni e sistema fiscale più snello

Si sono persi sessanta giorni dalle elezioni senza che si sia riusciti a formare un governo, perché il Pd, che ha la maggioranza relativa, è diviso in fazioni. Il Pil è peggiorato, la disoccupazione è aumentata, i redditi delle famiglie sono diminuiti, gli investimenti si sono fermati e i bilanci delle imprese si sono deteriorati. Ora si è alla ricerca di un governo di coalizione, non uno puramente tecnico e di emergenza. Ne occorre uno dotato di forza politica che possa durare almeno due anni, con un programma di risanamento e rilancio. Le proposte dei dieci saggi, concepite come compromesso per aiutare il Pd a decantarsi, non sono utilizzabili. Occorre attestarsi sugli otto punti del programma economico del Pdl, essenziali per togliere l'Italia dalla pericolosa fase attuale.

Il primo punto riguarda l'Imu. La sua pressione esagerata è responsabile di almeno la metà della recessione. Occorre togliere l'Imu sulla prima casa, che crea un danno particolare ai redditi delle famiglie e alla loro solidità patrimoniale. Il suo peso ha generato una rilevante perdita di merito di credito delle famiglie e dei piccoli operatori economici. Ha depresso valori del mercato immobiliare e inaridito le nuove iniziative nell'edilizia d'abitazione. Si tratta di 4 miliardi da cui vanno sgravate al più presto le famiglie, dando così un segnale anche psicologico per il rilancio. Ma occorre anche ripristinare la detrazione forfettaria Irpef per spese del 15% per gli immobili dati in affitto ridotta al 5% con un emendamento, che ha generato un introito di meno di mezzo miliardo, dando luogo una caduta verticale della convenienza all'investimento edilizio. Per giustificare queste e le altre misure fiscali sulle proprietà immobiliari delle famiglie adottate di recente, è affermato che la ricchezza immobiliare delle famiglie è un fattore «statico» che va combattuto. È una tesi errata, sostenuta in realtà per ragioni ideologiche inaccettabili. Secondo questa tesi le famiglie con reddito modesto e del ceto medio non dovrebbero avere un patrimonio proprio. Dovrebbero impiegare il loro risparmio solo nell'investimento finanziario, ma è una discriminazione nelle scelte personali che non è ammissibile in una economia di libero mercato.

Il secondo punto del programma Pdl riguarda la revisione dei criteri di Equitalia: mitigazione degli interessi applicati alle somme dovute dal contribuente e maggiori rateizzazioni. Il terzo punto riguarda il rilancio dell'occupazione giovanile e dei cassaintegrati, mediante la concessione di un credito di imposta per i primi 5 anni per i contributi e per l'Irpef. È una misura che non dà una perdita di gettito, ma, semmai, ne crea, tramite le nuove assunzioni. Anche il quarto punto, che consiste nel passaggio dalle autorizzazioni burocratiche ai controlli ex post, per le regolamentazioni che soffocano le imprese non fa perdere gettito e stimola il rilancio dell'economia e la competitività.
Il quinto punto si riferisce alla riduzione dei costi della politica: taglio dei contributi pubblici per le spese dei partiti. Ci sono, nel sesto e nel settimo punto, due grandi temi connessi. Il sesto concerne il varo di un programma pluriennale di dismissioni di beni pubblici per ridurre il debito pubblico e aumentare l'efficienza dell'economia e la sua capacità di investimento. Ciò, in particolare mediante la privatizzazione delle imprese di pubblica utilità e la sdemanializzazione del territorio.

Il settimo punto è una riforma tributaria per ridurre e semplificare il sistema fiscale: cosa possibile se si riduce il peso del debito e quindi l'onere degli interessi passivi e se si accrescono le basi imponibili, con la crescita del Pil.

Ed ecco l'ottavo punto, che riguarda gli investimenti nelle infrastrutture. Se non si riesce a convergere su questo programma, è meglio fare al più presto le elezioni, affinché siano gli elettori a sostenerlo. Non si può perder altro tempo alla ricerca dell'araba fenice.

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