La pesante sconfitta alle elezioni del 25 settembre non sembra aver cambiato nulla all'interno del Partito Democratico. Il rischio scissione è sempre dietro l'angolo, mentre il cambio di segretario è già certo: Enrico Letta è pronto a cedere il passo al vincitore delle primarie in programma a febbraio. Insomma, nulla di nuovo. Gli elettori dem sono scoraggiati - come dimostrato dal numero di tesserati, 50 mila, meno di FdI e M5s - e un serio dibattito congressuale stenta a decollare. Massimo Cacciari non ha dubbi:"Il congresso del Pd è un dramma senza contenuti. Le sembra ci si possa appassionare?", le sue parole a Il Fatto Quotidiano.
L'analisi di Massimo Cacciari
Per un confronto di spessore mancano programmi definiti e grandi personalità che sappiano interpretarli, è questo il giudizio dell'ex sindaco di Venezia: "C'è un clima di disfatta delle sinistre europee che preoccupa ben al di là delle sorti del Pd. Un'onda molto lunga, che ha cause complesse e sta giungendo a riva. Bisogna reinventare la sinistra in Europa: questo è un grande tema sul quale mi sarebbe piaciuto che il Pd si confrontasse. Invece sento solo vecchi slogan e vecchie promesse".
Nessun candidato è convincente, i programmi parlano chiaro:"Anche il programma della persona di cui ho più stima, Gianni Cuperlo, è in gran parte quello che presentò Zingaretti tre anni fa, poi perduto nel vuoto totale. Credo che Gianni avrebbe dovuto interrogarsi su questo, forse ci sono vizi di origine che ancora non ci confessiamo". Per Cacciari la fase costituente dem sembra l'ennesima conta tra due anime Pd che mal si sopportano sin dalla fondazione, ovvero quella ex comunista e quella cattolica.
"Quali sono le priorità?"
Il filosofo non ha lesinato critiche al mondo dem, soprattutto per quanto riguarda la strategia del restyling: anche in questo caso, tutto si riduce alla ricerca del nome nuovo, del messia in grado di alimentare entusiasmo e passione dopo anni al potere senza legittimazione popolare. "Non emergono le idee", il suo giudizio tranchant. Ma non è finita qui: Cacciari ha posto l'accento su un altro dettaglio, "sull'aggiunta paradossale, stavolta, che i due maggiori contendenti - Bonaccini e Schlein - sono della stessa Regione, della stessa istituzione e addirittura l'una è stata scelta dall'altro come sua più prossima collaboratrice".
Serve una direzione, un progetto con priorità chiare, tutto ciò che oggi manca: "Qual è la prospettiva italiana in Europa, quale Europa vogliono Schlein e Bonaccini, oltre a dire che sovranisti e populisti sono cattivi? All'interno dei partiti della maledetta prima repubblica, anche l'ultimo segretario di sezione incominciava il suo discorso parlando di Cina, Vietnam, Stati Uniti, Alaska, prima di occuparsi del suo quartiere. Faceva pure ridere, ma adesso me ne viene una nostalgia pazzesca...".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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