Ancora una volta è stato Silvio Berlusconi a sparigliare i giochi. È bastata una dichiarazione sulle coppie di fatto per riaprire l'acceso dibattito sui matrimoni omosessuali. Dibattito che, da sempre, divide non solo il centrodestra dal centrosinistra, ma che trasversalmente ha più volto contrapposto esponenti di uno stesso partito. Al di là delle dichiarazioni del Cavaliere, adesso, sembra proprio che la partita possa essere giocata su una maggioranza più eterogenea che potrebbe venire crearsi alle Camere dopo le elezioni. Per esempio, in lista con Mario Mont, leader salutato con favore dalla stessa Cei, spuntano due renziani, entrambi omosessuali dichiarati, entrambi disposti a lottare per il riconoscimento delle unioni civili: l'imprenditore e direttore del sito Gay.it Alessio De Giorgi e il presidente del laboratorio politico di "Officine democratiche" Giuliano Gasparotti.
"Ho accettato la candidatura in Toscana, al Senato, per la lista Monti - ha spiegato De Giorgi sul suo profilo Facebook - l’ho fatto con convinzione, sapendo che l’agenda Monti conteneva gran parte delle proposte che erano nel programma per le primarie di Matteo Renzi salvo che per la parte sui diritti civili, che io stesso avevo contribuito a costruire ed a scrivere, lacuna che viene però coperta dalla scelta che è stata fatta sul mio nome che non è certamente un nome neutro o leggero su questi temi". De Giorgio, che nel 2002, grazie alla doppia cittadinanza italo-francese del compagno, firmò il pacs al consolato di Francia, è stato membro della prima Assemblea nazionale del Partito democratico ed era intervenuto all’ultima Leopolda di Renzi. Insomma, la scelta fatta su De Giorgi e Gasparotti sembra improntata sul pluralismo. D'altra parte era stato lo stesso Monti a spiegare che, almeno sui temi etici, lascerà libertà di coscienza. "Se entrerò al Senato lo farò con le mie idee, la mia storia, le mie passioni, non cambiando una virgola di quanto ho pensato in questi anni", ha spiegato De Giorgi sottolineando che resterà, comunque, "un uomo di centrosinistra". Proprio per questo, ci ha tenuto a sottolineare il cambio di rotta per una formazione politica di centro che decide di candidare "un omosessuale che si è speso sul tema dei diritti civili". Monti ha deciso di puntare anche su un altro renziano doc. Come spiega l'Huffington Post, la scelta di Gasparotti, 38enne napoletano residente a Firenze, è stata una scelta piuttosto complessa. Dopo una lunga militanza tra le fila dei Ds prima e dei democrat poi, ha infatti deciso di chiudere con un partito che definisce tutt'altro che pluralista. Anche lui, come De Giorgi, è ben posizionato nella lista Monti: quasi sicuramente dovrebbe riuscire ad entrare in Parlamento.
Come è ovvio, la spinta per il riconoscimento dei matrimoni gay o per una discussione sui diritti alle coppie di fatto non arriverebbe solo dal centro. Se, però, i centristi si aprono al dibattito, troveranno sicuramente terreno fertile a sinistra. Nelle file del Pd, a combattere per l'istituzione di una legge sulle unioni civili, ci saranno sicuramente Paola Concia, Sergio Lo Giudice e Ivan Scalfarotto. "Sono contento che nel prossimo Parlamento ci saranno anche altri deputati e senatori gay - ha spiegato Scalfarotto - perché questo significa che ci potremo occupare della questione dei diritti a 360 gradi". Nel Sel, invece, oltre al leader Nichi Vendola, ci sarà Alessandro Zan che a Padova "inventò" una sorta di riconoscimento anagrafico basato su vincoli affettivi della coppia.
Infine, tra le schiere di Massimo Donadi, c'è Franco Grillini che non nasconde di sognare che, prima o poi, venga nominato un ministro gay. Insomma, non si sa ancora se la mossa di Monti di candidare i due renziani nelle sue liste sia dettata da scelte propagandistiche o programmatiche, ma sicuramente avvicinano ancora di più il Professore alla sinistra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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