Quando si dice lungimiranza. E quando si dice rapporti confidenziali ed entrature giuste. Chi era nel 2008 Beppe Grillo per il piccolo grande mondo italiano? Un comico, semplicemente un comico. Ma chi era, sempre cinque anni fa, Beppe Grillo per il meno, molto meno piccolo, mondo americano della politica e delle relazioni internazionali? Un ottimo, credibile interlocutore. Con tante idee chiare in testa sul futuro e sui problemi futuri dell'Italia.
Fatti e antefatti stanno tutti riassunti in un telegramma diretto a Condoleezza Rice e partito alle 11.12 del 4 aprile 2008 dall'ambasciata americana a Roma. Un telegramma dal titolo: «Pranzo con l'attivista italiano Beppe Grillo: Nessuna speranza per l'Italia. L'ossessione della corruzione».
A firmarlo è Ronald Spogli, ambasciatore a Roma, che al segretario di Stato, spiega poi, con dovizia di particolari, in un documento di cinque pagine, che l'ex cabarettista Grillo è un «interlocutore credibile nella comprensione del sistema politico italiano, grazie al fatto di essere unico per denuncia della corruzione nelle vita pubblica, ricorso al web e appello agli oppressi».
Ma come? Proprio il comico, pardon, il contestatore del sistema che diventa interlocutore privilegiato del «sistema» per eccellenza, cioè l'America e con questo sistema si interfaccia? Sì proprio così. Perché, come si sottolinea nel documento in questione ottenuto dai colleghi de La Stampa nel rispetto delle norme del freedom of information Act, le dimensioni dell'impegno di Grillo sul web colpiscono l'ambasciata Usa. Anche se nel 2008 il Movimento Cinque Stelle deve ancora nascere.
«Grillo - si legge nel rapporto - è un grande sostenitore di internet, il suo blog gli ha garantito un'importante ribalta nazionale e internazionale - e lui vi vede un grande strumento per promuovere la trasparenza del governo» ritenendo che può «aiutare i cittadini a tenere d'occhio spese e attività dei politici locali» oltre al fatto di essere «il suo unico mezzo per organizzare eventi pubblici».
I tre paragrafi conclusivi del documento, intitolato «Commento» danno la misura delle valutazioni di Washington: «Bene informato, competente sulla tecnologia, provocatorio e grande intrattenitore, Grillo è unico, una voce solitaria nel panorama politico italiano» scrive Spogli.
«Alcune delle sue idee sono utopiche e irrealistiche, ma, nonostante l'incoerenza della filosofia politica, la sua unica miscela di humour aggressivo sostenuto da statistiche e ricerche giuste quanto basta, ne fa un interlocutore credibile sul sistema politico italiano. Grillo, 59 anni, una capigliatura selvaggia e un aspetto quasi da portuale è convinto che l'endemica corruzione, intesa come una procedura standard nella classe politica italiana, abbia distrutto ogni speranza di migliorare le prospettive economiche nazionali.
In compenso è riuscito ad affermarsi come un commentatore controcorrente, in particolare identificando i problemi contabili di Parmalat assai prima che i dettagli delle irregolarità finanziarie venissero scoperte».L'irriverente Beppe è una rivelazione? Sì, ma solo a stelle e strisce.
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