Sedici contrari, undici favorevoli. A distanza di novant'anni, in un clima così serioso da rasentare il grottesco, Benito Mussolini se l'è cavata. Ha mantenuto la cittadinanza onoraria di Varese, che il Pd con apposita, illuminata mozione, discussa e posta ai voti avant'ieri sera in consiglio comunale, avrebbe voluto revocare. Un problema non problema tirato fuori dal cilindro delle sciocchezze (...)
(...) per guadagnare puntualmente un po'di visibilità mediatica. Ma tirato fuori, in verità, giusto un tantino a scoppio ritardato, tenuto conto che l'onorificenza venne attribuita al Duce il 20 maggio del 1924 dai predecessori di quello stesso consiglio comunale.
Ma tant'è, in una Varese assediata, come tutte le altre città d'Italia, da mille problemi di ordinaria e straordinaria amministrazione: dal verde pubblico, ai parcheggi, dagli aiuti per le famiglie e per i piccoli imprenditori in difficoltà, ai servizi e all'assistenza, qualcuno, nello specifico, il consigliere comunale pd, Luca Conte ha pensato bene che i problemi da affrontare subito e con determinazione fossero ben altri. E che tra i problemi da affrontare subito ci fosse soprattutto quello di intervenire per cancellare dall'anagrafe onoraria dei concittadini illustri il Duce, dando così ampia, anche se non proprio tempestiva, dimostrazione di vivo e vibrante antifascismo.
Sesto e ultimo punto all'ordine del giorno, alla fine, all'alba di mezzanotte e trentacinque minuti la mozione è stata dunque votata e respinta con 11 voti favorevoli e 16 contrari. Il sindaco, Attilio Fontana, leghista, ha preferito non partecipare al voto ed è uscito dall'aula di Palazzo Estense. E, allontanandosi, ha spiegato le motivazioni del suo gesto: «Mi sembra una strumentalizzazione che non ha motivo di esistere. La proposta di per sé è inammissibile, perché non si può ritirare la cittadinanza a chi già non è più cittadino perché è defunto. Il giudizio storico sulla figura di Mussolini è stato già espresso dalla storia e da tutti noi. I miei valori democratici sono visibili dai miei comportamenti, non da una votazione che non aveva senso di esistere.
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