Apparentemente è andata bene a Matteo Renzi: nonostante le polemiche, la bozza di legge elettorale proposta dal sindaco di Firenze dopo l'incontro con Silvio Berlusconi è stata approvata dalla direzione del Partito democratico. Eppure, a leggere tra le righe, si va delineando un fronte anti-Rottamatore che rischia di dare del filo da torcere al segretario quando verrà il momento di stilare la nuova legge elettorale in Parlamento.
Sono 34 gli astenuti ieri durante la direzione del Pd. Si parte da Gianni Cuperlo, "nemico numero uno" di Renzi fin dalle primarie. Ieri ha lasciato la riunione prima del voto. "Non vogliamo boicottare, intralciare, rallentare il progetto riformatore che può avere una rilevanza storica, noi vogliamo essere protagonisti di un passaggio a una repubblica rinnovata", ha detto quando ha preso la parola, "La proposta non è convincente perché non garantisce né rappresentanza adeguata, né il diritto degli elettori di scegliere i propri eletti, né governabilità. Vi sono seri dubbi di costituzionalità che non possiamo ignorare". Parole forti a cui sono seguite oggi le dimissioni da presidente del Pd.
Tra chi ha preferito non votare la proposta del segretario, pur di non attirarsi l'accusa di non volere le riforme c'è poi l'ex viceministro Stefano Fassina, che qualche settimana fa diede le dimissioni dopo l'ormai famosa battuta di Renzi "Fassina, chi?". Uno dei pochi, a detta dello stesso sindaco a poter criticare la bozza e i listini bloccati sostenendo che gli altri partiti non faranno le primarie: "Questa critica è accettabile da chi, come Fassina ha preso 12mila preferenze", ribatte Renzi, "Non è accettabile da chi non ha fatto le primarie, non lo accetto". Con Fassina si è schierato anche i "Giovani turchi" Matteo Orfini e Francesco Verducci.
La sinistra del Pd si prepara comunque alla battaglia in Aula, come annuncia il deputato bersaniano Alfredo D'Attorre: "Bene l’apertura di Renzi sul doppio turno, un passo in avanti rilevante, se confermato", ha detto, "Adesso dobbiamo sciogliere l’altro nodo decisivo per una buona riforma elettorale, il definitivo superamento delle liste bloccate", su cui "non può esserci eventualmente il nostro voto favorevole sul punto".
Astensione anche per l'altro candidato alle primarie, Pippo Civati, secondo cui "la proposta convince molto Berlusconi e poco me...".
Per il non voto si schierano anche Anna Finocchiaro, Nico Stumpo, Chiara Geloni, Davide Zoggia, Cesare Damiano, Miguel Gotor, Barbara Pollastrini, ma anche uno dei detrattori per eccellenza di Renzi, Massimo D'Alema.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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