"Ecco i mitici 80 euro". Ma Renzi schiaffeggia indigenti e partite Iva

Il premier annuncia bonus previdenziale e una scure del 10% sull'Irap. "Gli incapienti? Decreto più avanti, ma non dico quando"

"Ecco i mitici 80 euro". Ma Renzi schiaffeggia indigenti e partite Iva

Roma - Pur di arrivare a ottanta euro, ha tenuto fuori dal bonus i redditi molto bassi (i cosiddetti incapienti) e le partite Iva. Obiettivo talmente importante, per Matteo Renzi, fare cifra tonda e non smentire se stesso, che ha messo un altro biglietto da venti sul bonus per il 2014. Nella bozza entrata a Palazzo Chigi la cifra media degli sgravi annuali era di 620 euro, che divisi per otto (i mesi da maggio a dicembre) avrebbe dato 77,5 euro al mese. Nella versione passata al consiglio dei ministri sono diventati 640. Diviso otto, si arriva a quelli che lui stesso ha definito i «mitici 80 euro» in busta paga fin da maggio. Cioè al colpo di immagine che cercava.
Il Consiglio dei ministri di ieri è finito con un'altra conferenza stampa - show, questa volta corredata non da slides, ma da dieci tweet. Frasi brevi per illustrare il piano sui redditi da lavoro, sull'Irap e le relative coperture, che è stato battezzato «Per un'Italia coraggiosa e semplice» oppure «oraics» nella versione breve per internet.
«Avevamo detto 80 euro, 80 euro siano, ma metteremo la voce incapienti e partite Iva» in un provvedimento «che arriverà sulle prossime settimane e mesi». E comunque su questi due capitoli «non do tempi», ha spiegato Renzi.
Nel dettaglio, sarà un bonus previdenziale, non un taglio dell'Irpef. In sostanza caleranno i contributi all'Inps di 80 euro al mese per i lavoratori dipendenti. Ma non per tutti. Per quest'anno non ci saranno vantaggi per chi guadagna meno di 8.000 euro e per questo non paga tasse. Forse, dal 2015, ci saranno misure che includeranno, oltre agli incapienti, anche pensionati e autonomi. Coperture permettendo.
Il tetto massimo oltre il quale il vantaggio scompare è di 26mila, ma già dai 24mila «inizia un decalage». Oltre i 26mila euro il bonus cala più velocemente, fino ad azzerarsi del tutto. Questo per evitare che, chi rientra per poco nel limite, guadagni di più di chi ha un reddito superiore di pochi euro.
Il meccanismo è quello anticipato nei giorni scorsi. Da otto fino a 18mila euro il credito previdenziale è del 3,5% del reddito complessivo. Sopra i 18mila euro di reddito il bonus diventa di 640 euro.
L'esclusione degli incapienti è segno che le coperture non erano così certe come aveva dichiarato il premier nei giorni scorsi. Tanto che il bonus è assicurato per i prossimi otto mesi, poi, dal 2015, dovrà essere la legge di Stabilità a fare quadrare i conti. Respirano le imprese: «Abbiamo sbloccato 8 miliardi per il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione».
Il premier e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan sono comunque sicuri di farcela. Per quest'anno hanno messo sul taglio delle tasse 6,9 miliardi di euro e nel 2015 sono stati impegnati 10 miliardi a fronte di tagli previsti da 15 miliardi. Renzi assicura che quello dell'Irpef è un «taglio strutturale», solo che «se facciamo le misure, le facciamo per i prossimi anni. Per il 2015 non può essere un decreto del 2014 ad indicare come, quando approveremo la legge Stabilita ci saranno dentro i denari».
«Strutturale» anche il taglio dell'imposta regionale sulle attività produttive. «Riduciamo l'Irap del 10 per cento attraverso misure strutturali per le aziende private», ha annunciato.

Le misure sui redditi e sull'Irap per il ministro Padoan, serviranno a fare ripartire il Paese e dare forza alla ripresa che c'è ma è ancora debole. «In un momento in cui il ciclo economico sta migliorando - ha spietato - mi aspetto più investimenti e più occupazione nei prossimi mesi».

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