"Ecco quanto vale e quanto durerà l'effetto Berlusconi"

Il sondaggista Carlo Buttaroni spiega che Forza Italia, se saprà camminare nel solco dei principi del berlusconismo, potrà arrivare al 13-15%

"Ecco quanto vale e quanto durerà l'effetto Berlusconi"
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"L’effetto Berlusconi, contrariamente a quanto pensano i miei colleghi, c’è ed è destinato a durare". Il sondaggista Carlo Buttaroni, fondatore dell'Istituto Tecné, è sicuro che l'exploit di Forza Italia alle elezioni Regionali in Molise non sarà un caso sporadico e isolato.

Quanto vale l’effetto Berlusconi?

"Vale almeno tre punti e può ancora crescere. Al momento, diamo Forza Italia all’11,5%, ma può arrivare benissimo al 13-15% perché i principi che Berlusconi ha indicato rimangono la stella polare degli azzurri. Se il partito, come sta facendo attualmente, dimostrerà di essere in quel solco, potrà aumentare i suoi consensi".

Forza Italia, quindi, non è destinata a scomparire?

"Chi dava Forza Italia per spacciata ha fatto male i suoi conti e credo che la morte di Berlusconi abbia lasciato un’eredità politica su cui gli elettori hanno incominciato a rispecchiarsi. La famiglia Berlusconi sta dimostrando di non voler abbandonare quel progetto, ma sta facendo da garante del patrimonio di valori e principi che Berlusconi ha messo su".

L’effetto Schlein, invece, non esiste?

"L’effetto Schlein non è mai esistito. È stata un’illusione ottica perché il Pd, prima della sua vittoria, non aveva leadership ed era allo sbando. Ora il Pd è semplicemente tornato ai suoi livelli storici. Non c’è stato nessun balzo in avanti significativo. Il punto è che gli elettori del Pd non capiscono bene l’orizzonte del Pd. Non sono mancate solo le geometrie politiche, ossia le alleanze, ma è mancata una linea politica chiara della Schlein".

Le Regionali in Molise segnano anche la prima sconfitta di un candidato M5S alleato col Pd. Cosa è andato storto?

"Il centrodestra vince abbastanza nettamente e rovescia i rapporti di forza che c’erano stati alle Politiche perché alle Politiche era avanti l’attuale coalizione Pd-5 Stelle. Il problema è che un’alleanza Pd-M5S come semplice somme algebrica non porta valore aggiunto alla coalizione perché entrambi parlano allo stesso bacino elettorale. Non sono, quindi, forze attigue e speculari che si mettono insieme e allargano il raggio del consenso ma è lo stesso consenso che si frammenta.

Soprattutto in una circostanza in cui questa alleanza è somma algebrica che non ha una visione più orizzontale della società tesa a dare un’idea di governo più ampia che non sia ristretto a un bacino dove entrambi sembrano insistere. Le alleanze politiche non si costruiscono al bar".

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