Emporio Armani, inverno in fondotinta

Emporio Armani, inverno in fondotinta

«In ogni attività la passione toglie gran parte della difficoltà» sosteneva Erasmo da Rotterdam. Giorgio Armani lo ha dimostrato ieri con una collezione Emporio sorprendente e al tempo stesso rincuorante. «Ho lavorato mesi per poter offrire alla donna la possibilità di essere attuale senza perdere in dignità» spiegava nel backstage parlando di consumatrici che seguono pedissequamente la moda trasformandosi in manichini e perdendo l'essenza di se stesse. Tutto il contrario di ciò che desiderano le sue fan che il prossimo inverno conosceranno la gioia di colori cosmetici, di sfumature catturate alle polveri minerali dei kajal e quindi del tocco magico del fondotinta, del correttore, degli ombretti trasferito nei crema, nei rosati e negli scuri sfumati di cappotti, giacche, abiti, gonne lunghe e corte, pantaloni sagomati. In sostanza il massimo della libertà che la donna si possa permettere senza subire diktat.
Armani è riuscito anche nel difficile compito di piegare ai suoi voleri un materiale moderno ma di per sé rigido come il neoprene. Gli orli tagliati al vivo seguivano un'armoniosa dolcezza e creavano volumi inediti, come le spirali e le volute della più famosa archistar del mondo, Zaha Hadid. Fulminante il vestito a clessidra in velluto di seta ametista accoppiato con neoprene, l'ultimo di una magnifica teoria di abiti da sera con colli e stole scultoree, fra le più belle proposte che si possano immaginare per disegnare un inverno delicato e poetico. La passione e il senso della responsabilità hanno portato Angela Missoni, dopo il terribile evento che ha coinvolto il fratello Vittorio, a parlare con i giornalisti al termine di una sfilata lieve e ispirata. «L'unica certezza è che non sappiamo cosa sia veramente accaduto. E le voci sul ritrovamento di pezzi di aereo che non sono tali si diffondono velocemente senza controllo» spiegava Angela consapevole che ogni notizia è un colpo al cuore della mamma Rosita e del papà Tai reduce da una brutta influenza. Certo non è facile lavorare in queste condizioni ma Angela è andata oltre la sua bravura e ha conquistato il pubblico con un'idea di femminilità contemporanea e consapevole. Un lavoro raffinato sui materiali ha fatto sì che si percepisse la contaminazione fra il pubblico e il privato, i pezzi facili che amiamo mettere quando ci rilassiamo nel comfort della nostra casa e quelli di cui non possiamo fare a meno per sentirci sensuali. Insomma un'affascinante declinazione di lunghi o brevi abiti liquidi sovrapposti a canotte impalpabili, effetti di trasparenza e texture diverse fra punti maglia e collage di materiali preziosi come cashmere, alpaca, fili d'angora e paillette. Magnifici i lunghi cappotti a vestaglia chiusi a nastro, sia in maglia sia in visone e in montone e molto donante la cartella colori fra i toni delle BB cream e i flash di corallo e verde crisoprasio.
Meno gioiosa è apparsa la collezione Marni che Consuelo Castiglioni dice di aver velato con un «tenue senso di malinconia». L'eccellente lavoro di ricerca sui materiali tra i quali molta pelliccia accostata anche in due/tre tipologie su stole e mantelline - dal visone al castoro, dallo shansi a pelo lungo alla marmotta - non sempre ha sortito l'effetto di eleganza sofisticata che è cifra della designer. La stampa paesaggio con alberi evocava in qualche modo le prime scene del film Django di Quentin Tarantino con un inedito far west sotto la neve e accentuava un senso di voluta cupezza.

Decisamente allegra era invece Laura Biagiotti, sicura dei suoi numeri - 40 anni di carriera, 25 anni del profumo Roma con 80 milioni di bottiglie vendute nel mondo - e dei suoi grandi classici in sublime maglia di cashmere dalle mille sfumature di bianco.

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