Esodati, la Camera blocca emendamento che ampliava tutele

Stop all’emendamento alla legge di Stabilità che ampliava le garanzie per gli esodati. La Corte dei Conti all'Inps: "Risanare i conti"

È arrivato lo stop all’emendamento alla legge di stabilità che ampliava le garanzie per i lavoratori esodati e che era stato votato all’unanimità dalla commissione Lavoro. La commissione Bilancio della Camera ha infatti giudicato inammissibile la proposta. Nel frattempo, nella Relazione sulla gestione finanziaria dell'Inps, la Corte dei Conti ha fatto sapere che le misure di risanamento dei principali fondi dell’istituto e la razionalizzazione di quelli minori sono "indilazionabili".

Alla Camera il vicepresidente della commissione Lavoro Giuliano Cazzola (Pdl) ha spiegato che l’emendamento alla legge di stabilità è stato dichiarato "inammissibile" a causa delle coperture giudicate "inadeguate". La proposta era stata votata all’unanimità in commissione Lavoro a Montecitorio (con l’unica eccezione proprio del deputato del Pdl che non aveva preso parte al voto) e poi era stata presentata in commissione Bilancio a Montecitorio. Cazzola ha già presentato ricorso: "Confido che i due relatori sappiano indicare ogni possibile misura correttiva degli errori compiuti in proposito negoziando con il governo".

Nella relazione presentata oggi, la Corte dei Conti ha chiesto all'Inps un "monitoraggio assiduo dell’incidenza delle riforme di lavoro e previdenza sulla spesa pensionistica". Secondo la magistratura contabile, sono indilazionabili "le misure di risanamento dei principali Fondi amministrati, nonché di razionalizzazione di quelli 'minori', in consecutiva e più marcata perdita complessiva, contenuta solo in parte dagli attivi della Gestione per le prestazioni temporanee e di quella per i parasubordinati". Secondo la Corte dei Conti, il netto patrimoniale congiunto prevale sui gravosi passivi degli autonomi e del più grande Fondo per il lavoro dipendente, "appesantito dai dissesti strutturali dei dirigenti di azienda e di quelli della elettricità, trasporti e telefonia", i cui saldi negativi tra contributi e prestazioni trovano "insufficiente copertura nel finanziamento statale, ancora non adeguatamente individuato nella componente assistenziale a carico della fiscalità". Nel 2011 conti generali dell’Istituto registrano un'ulteriore contrazione dell’avanzo finanziario e un accentuato deficit economico connessi, a detta della Corte dei Conti, al primo declino degli apporti statali.

Proprio per questo, la magistratura contabileha fatto sapere che "restano condizionate le stime di pesanti risultanze negative nel 2012 che incorporano lo squilibrio strutturale, già evidenziato dalla Corte nel recente referto sulla più grande gestione acquisita dell’ex Inpdap, corretto solo in parte dagli ultimi provvedimenti normativi".

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