A sei mesi dal grande appuntamento elettorale europeo, le elezioni del prossimo giugno, la segretaria del Pd è costretta a difendersi dai “pugni” del suo stesso partito. Il ring metaforico del Pd è un tutti contro Elly Schlein. Prima le obiezioni di Romano Prodi, ex leader dell’Ulivo, poi l’appello anti- candidatura del fronte femminista e ora, come se non bastasse, arrivano le stoccate di Anna Paola Concia. L’ex deputata dem, incalzata dal Secolo d’Italia, è una furia contro la leader dem ma non solo.
Il vero obiettivo dell’ex esponente democratica, infatti, è quello di svelare il vero piano di una parte del Pd: silurare il prima possibile la giovane segretaria. Il gioco preferito del Nazareno – esaltare un segretario per poi affossarlo al primo errore – sembra ripetersi anche nei confronti della paladina democratica. Le ultime polemiche su una possibile candidatura europea di Schlein come capolista, secondo il ragionamento della Concia, è solo il preludio per mettere alla porta la leader. La questione femminile, ma soprattutto femminista, avanzata dalle donne democratiche per scoraggiare Elly Schlein a candidarsi è la carta perfetta da giocare per “fare fuori” l’attuale segretaria.
"Che ci sia un problema non lo dico io. Mi pare evidente - premette Paola Concia intervistata dal Secolo d'Italia - La segretaria ha detto che il Pd è un partito femminista e questo fa sì che vi sia un’attenzione maggiore su queste questioni". Che poi, a differenza del fronte agguerrito anti-Schlein, aggiunge: “Io poi penso che Elly Schlein si potrebbe benissimo candidare ed essere eletta per andare in Europa e contemporaneamente fare anche la segretaria del partito. Le due cose sono compatibili". Il paradosso è facilmente svelato: “Chi dice che non è così lo fa per togliersela di torno. Insomma è un’analisi un po’ interessata ecco…". Un tema che, tra l’altro, non dovrebbe appartenere solo alla paladina dem. Tutt’altro:"Giorgia Meloni – spiega Concia - ha rotto il tetto di cristallo. È un esempio per le donne giovani nonostante abbia una cultura diversa da Schlein. Lei ha rotto questo tetto per tutte, anche per chi non è di destra come lei. “È chiaro – ammette giustamente l’ex dem - che se non fosse stata Giorgia Meloni presidente del Consiglio probabilmente non avrebbero scelto Schlein per guidare il Pd”.
Niente da fare. Gli avvisi dell’ex esponente dem rimarranno purtroppo inascoltati. Il gioco delle correnti dem è ben oliato e funziona da sempre. Usare una carta ideologica per attaccare politicamente un avversario è il nuovo mantra del Partito democratico.
Così come il jolly del fascismo viene utilizzato per coprire l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni dei peggiori improperi, l’asso del femminismo dogmatico è la mossa perfetta per azzoppare la candidatura di Elly Schlein.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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