“Faccio resistenza al governo”. Il delirio di Saviano contro la Meloni

L'autore di Gomorra non perde l'occasione per attaccare l'esecutivo: "L'invito alla Buchmesse di Francoforte? La mia presenza è una forma di resistenza"

“Faccio resistenza al governo”. Il delirio di Saviano contro la Meloni
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La nuova resistenza partigiana al governo guidato da Giorgia Meloni, lo scrittore censurato dal nuovo fascismo travestito da democrazia e la lotta come rivincita nei confronti dell’esecutivo. E ancora: la torsione autoritaria dell’Italia, la libertà d’espressione a rischio e i metodi orbaniani della leader di Fratelli d’Italia. Nell’ultima intervista rilasciata a Repubblica, Roberto Saviano mette insieme i soliti cavalli di battaglia con un mix di accuse e insulti fuori misura. Il motivo è presto detto: fare pubblicità alla Buchmesse di Francoforte, dove l’autore di Gomorra sarà ospite d’onore.

“La mia presenza a Francoforte non credo sia una vittoria ma è una forma di resistenza, esordisce Saviano puntando il dito contro l’esecutivo. Un nuovo 25 aprile da festeggiare in occasione della Buchmesse di Francoforte. “Qui in Germania devono essersi chiesti: perché queste bugie, questo desiderio di censura ossessivo? Ma non mi considero un vincitore. Non ha vinto nessuno in questa storia”. Da qui partono le frecciate contro il governo presieduto dalla Meloni. In primis sui processi che lo vedono come protagonista: “Del resto come si fa a ritenersi vincitore quando sei portato a processo da tre ministri del governo? È vero però che usano il mio corpo, per dare un messaggio a tutti gli altri. Sono forme di intimidazione”.

Poi, a stretto giro, arriva la lezione sulla libertà di espressione. Incalzato da Repubblica, uno dei principali quotidiani, il collaboratore del Corriere della Sera e, allo stesso tempo, autore del programma Insider su Rai 3, si lamenta di una censura perenne nei suoi confronti. “Non dobbiamo - spiega - immaginare una situazione modello anni Venti o Trenta. La dinamica è diversa ma ha lo stesso obiettivo: intimidire, trasformare chi si oppone in dissidente. Ossia se critichi subisci conseguenze”. Girogia Meloni, spiega si “ispira ad Orban”.

“Non certo la polizia mandata a casa di notte (per ora) – aggiunge - ma altri metodi. Non contro tutti, ma mirando ad alcune figure pubbliche, a cui viene impedito di poter svolgere il proprio lavoro: togliendogli risorse, isolandole, bersagliandole, dossierandole. Sono 20 anni che i giornali di estrema destra fanno così. I metodi usati sono intimidatori, del resto il ddl sicurezza va in una direzione assolutamente autoritaria.

Poi, la sentenza defintiiva: “Stiamo andando verso una democratura e i giornalisti non rispondono indignandosi. Su questo pesa la crisi delle vendite che crea una dipendenza dalle risorse del governo e dalla politica. La libertà è già compromessa”.

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