Il fallimento del Pd. Renzi: "Candidatura di Prodi non c'è più"

Il sindaco di Firenze non dà altre chance al Professore. Vendola: "Se salta Prodi noi siamo per Rodotà". Il Pd smentisce le dimissioni di Bersani

Il fallimento del Pd. Renzi: "Candidatura di Prodi non c'è più"

"La candidatura di Prodi non c’è più". È il commento laconico del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, dopo la quarta votazione per l'elezione del Presidente della Repubblica. Difficile dare torto a Renzi, i numeri, infatti, sono inequivocabili. Prodi si è fermato a quota 395, contro i 496 su cui poteva contare. Ha preso, dunque, 101 voti in meno. Una vera e propria bocciatura. E pensare che, sulla carta, sarebbero bastati otto voti in più, oltre a quelli della sinistra, per poter centrare il bersaglio, mandando il Professore sul Colle.

E' la terza sberla che prende il Pd. La prima subito dopo le elezioni, con la mancata vittoria. La seconda con la candidatura di Franco Marini al Quirinale, frutto di un accordo con il Pdl, bruciata per la fronda interna del Pd (dei renziani ma non solo) e di Sel. La terza con la sonora bocciatura di Romano Prodi, il fondatore del partito, colui che sulla carta avrebbe dovuto ricompattare la sinistra. Per lui le cose non erano facilissime, ma poteva beneficiare, dalla quarta votazione, del quorum abbassato a quota 504. La sinistra si aspettava di arrivare almeno a 496, invece si è fermato prima, molto prima. E Rodotà, che partiva da 162 (i voti del Movimento 5 Stelle) è salito a quota 213.

Vendola punta il dito contro i democratici: "Il voto che è mancato è interno al Pd". E spiega su cosa si basa la propria certezza: "I nostri hanno votato tutti scrivendo sulla scheda R. Prodi". Poi insiste: siamo di fronte a "una divaricazione di culture politiche" e "se il Pd non è in grado di ritrovare unità e di vivere con limpidezza e responsabilità una scelta forte, necessaria" per cambiare il Paese, "se il pd deve fare il congresso all’interno del processo di selezione del Capo dello Stato, ci facciano capire chi ha vinto questo congresso".

Se Prodi dovesse saltare, spiega Vendola, Sel tornerà a votare per Rodotà. Poi commenta anche la candidatura di Annamaria Cancellieri, lanciata da Scelta civica: "E' una persona rispettabilissima, nessuna ostilità nei suoi confronti. Il punto però è l’operazione politica che si vuole compiere. Se alla crisi del sistema politico si risponde con l’alleanza centrodestra-centrosinistra siamo a quello che il popolo chiama inciucio. Penso che sarebbe la risposta più sbagliata alla necessità di cambiamento".

Il Partito democratico ha smentito che il segretario, Pier Luigi Bersani, si dimetta dopo la bocciatura di Prodi al Quirinale. La resa dei conti in casa democratica, però, è già iniziata. E si consumerà in tempi brevi.

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