Fassina: voto a ottobre Il Pd va in confusione E Bersani non risponde

Il responsabile economico del Pd: "Non c'è più il sostegno del Parlamento". Bersani lascia la risposta al suo portavoce: "Avanti fino alla fine della legislatura"

Fassina: voto a ottobre Il Pd va in confusione E Bersani non risponde

Mario Monti "non ha più il sostegno in Parlamento" e dovrebbe valutare l'ipotesi di "anticipare al prossimo autunno le elezioni politiche fissate nella primavera del 2013". A pronunciare questa sorta di sentenza politica è stato il responsabile economico del Partito Democratico, Stefano Fassina, le cui parole hanno scatenato il putiferio in seno al Pd.

Tanto che da questa mattina si sono susseguite diverse dichiarazioni di esponenti democratici e non, fino a quella ufficiale di smentita del Pd. Il segretario Pier Luigi Bersani però non ci ha messo la faccia. Infatti, la gelata è arrivata dal suo portavoce, Stefano Di Traglia: "Il Partito Democratico conferma che l’obiettivo sono le elezioni nel 2013".

Nonostante la smentita del suo leader, Fassina ha mantenuto la sua posizione, aggiungendo altre spiegazioni e imputando alcune colpe al Pdl: "Se l'implosione del Popolo delle Libertà blocca il Parlamento, bisogna restituire la parola ai cittadini". E poi ancora, Fassina ha spiegato: "Se l’intervista fosse stata letta per intero e non solo nel titolo, si sarebbe capito che la mia intenzione era di esprimere una preoccupazione politica seria per il quadro che abbiamo di fronte: la condizione dell’economia e del lavoro e i risultati delle amministrative, che ci hanno consegnato un Pdl in grandissima difficoltà, per cui difficilmente darà il consenso necessario a fare le riforme".

L'intervista probabilmente non è stata letta per intero e le polemiche non sono mancate. "Fassina non va contestato. Ha fatto felici, in un colpo solo, la Lega, l’Idv, i comunisti, e tutti coloro che non sono rappresentati in Parlamento. Cioè tutti quelli che attualmente stanno lavorando alacremente per il noto programma del "tanto peggio tanto meglio", ha dichiarato Giorgio Merlo del Pd.

Per il responsabile delle commissioni economiche del Pd alla Camera, Francesco Boccia "il Pd ha preso un impegno solenne con gli elettori per cambiare la legge elettorale e questo impegno vale per tutti, a partire da Fassina".

"Chi nel Pd minaccia di scaricare Monti dilapida nostro patrimonio di forza seria, affidabile. Modello è Napolitano non Brunetta-Santanchè", ha scritto su Twitter l’ex ministro Paolo Gentiloni. Al quale ha replicato in una nota Renato Brunetta: "Ricordo che Stefano Fassina è il responsabile economico del Partito democratico, non un esponente dell’inesistente corrente Brunetta-Santanchè. Se in casa Pd devono litigare, lo facciano con coraggio e chiarezza, senza l’abitudine tutta democristiana di chiamare in causa chi non c’entra. Che tristezza".

"Dato per assodato che Fassina non sia né matto né un kamikaze, il suo giudizio sulle difficoltà e incapacità del governo Monti, e la conseguente ipotesi di elezioni ad ottobre, non rappresenteranno la posizione di tutto il Pd, ma di una parte certamente sì", ha cavalcato l'onda Silvana Mura, braccio destro di Antonio Di Pietro.

Anche Sel ha sposato in pieno le frasi di Fassina: "I democratici sbagliano fortissimamente nel prendere le distanze dalle analisi di Fassina, votare in autunno farebbe guadagnare al Paese sei mesi, anziché fargliene perdere altri sei".

Contrario all'ipotesi di elezioni anticipate il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa secondo il quale "Fassina è un parlamentare serio, che merita rispetto perché sostiene con coerenza le proprie idee. Detto questo riteniamo che andare alle elezioni affrettatamente in ottobre sarebbe un grande errore".

D'accordo con Fassina il responsabile cultura Pd, Matteo Orfini che, ospite de La Zanzara, ha affermato che "Fassina ha detto una cosa di buon senso, se il governo è paralizzato e senza maggioranza è inutile arrivare al 2013. Monti sta facendo male per responsabilità propria e perché la maggioranza è difficile. Se il grande governo riformista non riesce a fare nemmeno la riforma della Rai che senso ha arrivare fino in fondo?".

Insomma, è innegabile che all'interno del Pd ci sia una corrente che la

pensa come Fassina e una che segua la linea di Bersani. E anche il fatto che il segretario democratico abbia lasciato la replica nelle mani del suo portavoce è sintomatico della confusione intestina al Pd.

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