Lo confessiamo. Non abbiamo capito molto del caso Ernesto Maria Ruffini. Non conosciamo nessuno dei tre. Non abbiamo capito perché si è dimesso dall'incarico di direttore dell'Agenzia delle Entrate; non abbiamo capito chi andrà al suo posto; non abbiamo capito cosa vuole fare adesso.
Ma abbiamo capito che Ernesto Maria Ruffini è già diventato l'eterno e sempre atteso Papa straniero della sinistra. L'eroe imprescindibile chiamato dai migliori a guidare l'Italia migliore, quella delle professoresse con la shopping bag della Feltrinelli, quella del target pubblicitario di Urbano Cairo, quella della «Zona30» - l'esclusività che piace agli inclusivi -, quella che ha il curriculum giusto per sedersi da Lilli Gruber. La sinistra au tartuffe, ma di Moliere.
Sono tantissimi ad essere entrati Papa in conclave e ad esserne usciti chierichetti. Lo straniero più estraneo di tutti è stato Giuseppe Conte; e si è visto com'è finita. Per lungo tempo lo fu Corrado Passera ricordate? ma capitò di non reggere il battage di sostegno della buona stampa, ottima per affossare chiunque. Ultimamente, per un attimo, lo fu perfino Chiara Ferragni aveva anche il suo first partner - ma poi capitò il Pandoro. Quindi lo fu il Santo Padre davvero Papa e davvero straniero ma poi capitò il suo parlar chiaro sull'aborto. Lo fu Mimmo Lucano, lo fu Carola Rackete e lo fu Ilaria Salis: l'anima della sinistra geme sempre per i perseguitati dalla Giustizia. A giorni alterni lo è anche Roberto Saviano. E non citiamo Aboubakar Soumahoro e Patrick Zaki per decoro. Poteva esserlo perfino Chiara Valerio, ottima papessa; ma le capitò Caffo (e presto
toccherà difenderla dai suoi maramaldi compagni che prima l'hanno osannata e poi crocifissa). E tra poco lo sarà anche Mario Calabresi. Mentre Beppe Sala lo è ancora, ma gli capita di non avere voti...
Senza contare, nei Papi stranieri, gli stranieri.
Zapatero, Hollande, Corbyn, Obama, la democratica Alexandria Ocasio-Cortez, il brasiliano Lula da Silva, la finlandese Sanna Marin, chissà che fine ha fatto?, il portoghese António Costa, Jean-Luc Mélenchon e ora la spagnola Yolanda Díaz... In attesa del prossimo Messia. Una figura alla quale la sinistra, un mondo in cui prevale l'ateismo, crede molto. Forse più che a se stessa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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