Fiat, polemica della Fornero: non può fare quel che vuole Monti: "Deve molto all'Italia"

Il ministro da Fazio: "La riforma andrà in Parlamento anche senza accordo". E sulla Fiat: "Non ha licenza di fare quello che vuole". Il premier: "L'azienda si ricordi che l'Italia l'ha fatta grande"

Fiat, polemica della Fornero: non può fare quel che vuole Monti: "Deve molto all'Italia"

Ancora una volta Monti lo ha ripetuto ieri: entro la fine di marzo si chiude la partita sulla riforma del lavoro. Elsa Fornero gli va dietro: "Andrà in Parlamento anche senza l'accordo, ma è difficile pensare che le parti sociali si tirino fuori", ha detto il ministro del Welfare a Che tempo che fa, sottolineando che forse sul provvendimento c'è un "carico eccessivo di aspettative".

La Fornero, che esclude totalmente l'ipotesi di dimissioni, è convinta che il governo stia facendo del suo meglio: "Sono positiva sul lavoro che stiamo facendo: le piccole imprese si lamentano, Confindustria si lamenta, il sindacato variamente si lamenta. Questo dimostra che stiamo lavorando nell’interesse del Paese". Del resto "oggi siamo abbastanza maturi sui contenuti", sottolinea, "Abbiamo un tempo limitato, affrontiamo i problemi con grande serietà. Non possiamo andare avanti a discutere all’infinito".

E Mario Monti è dello stesso avviso: "Se le posizioni non fossero ancora abbastanza distanti potrei dire che la riunione conclusiva ha già avuto luogo con successo. E invece deve ancora avere luogo: credo e spero che avrà successo. Mi rendo conto che è un tema molto difficile per tutti, ma tutte le attività condotte in questi quattro mesi lo sono state".

Il nodo resta però quello dell'articolo 18, anche se il ministro spiega che "ho sempre detto che io non sono il ministro dell’articolo 18. Non ho nessun interesse a fare la riforma solo sull’articolo 18". L'intento del governo è in realtà quello di mettere in piedi una riforma indirizzata soprattutto ai giovani che "vivono un grave problema di occupazione" e che subiscono "la flessibilità cattiva". "Questo vuol dire avere più facilità in accesso e in uscita, che non vuol dire libertà di licenziare, ma passare da una filosofia per cui si vuole tenere attaccato il lavoratore a un certo posto di lavoro, anche se questo posto non è più produttivo, a una filosofia in cui noi aiutiamo a entrare il lavoratore in un nuovo posto di lavoro", sostiene la Fornero.

Sulla Fiat, il ministro invece non la pensa come il premier, che ieri aveva affermato il diritto e il dovere per un'azienda privata di investire dove vuole. "La Fiat non è libera di fare quello che vuole. Non ha la licenza di fare o di disfare", sostiene dal canto suo la Fornero, che rispondendo a Fabio Fazio sembra quasi rassegnata: "Se il presidente e l’ad di Fiat mi dicono che vogliono rispettare il piano industriale e continuare a fare investimenti in Italia, io non ho titolo per dire che non gli credo. Io gli devo credere".

Lo stesso Monti, però, in serata lancia un monito all'azienda automobilistica: "La Fiat ha fatto grande il Paese e il Paese l’ha fatta grande e continuerà a essere un patrimonio per il nostro futuro se si ricorderà di quanto talento, impegno, sudore hanno messo gli italiani a renderla tale".

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