Soldi alla coop di famiglia, Errani condannato si dimette

Truffa sui finanziamenti da un milione alla coop agricola presieduta dal fratello del governatore. Che si dimette da governatore e spiana la strada ai renziani

Soldi alla coop di famiglia, Errani condannato si dimette

Bufera giudiziaria sulla Regione Emilia Romagna. Dopo essere stato assolto in primo grado con la formula "perché il fatto non sussiste", la Corte d’appello di Bologna ha ribaltato la sentenza condannando Vasco Errani a un anno di reclusione nel processo sulla cooperativa agricola "Terremerse" di cui era presidente il fratello Giovanni. Il processo, in cui il governatore piddì era imputato per falso ideologico in atti pubblici, ha portato anche alla condanna a un anno e due mesi i due funzionari regionali (assolti in primo grado), Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti. Un durissimo colpo per il Partito democratico che, nonostante la condanna e le immediate dimissioni da presidente della Regione, continua a definire Errani "una persona perbene". Tanto che da via del Nazareno è subito arrivato un accorato appello a non lasciare la poltrona.

"È una sentenza sconcertante", commenta il legale di Errani, Alessandro Gamberini, all'uscita dall'aula della Corte di appello di Bologna dove si è tenuto a porte chiuse il secondo grado in abbreviato. Il ribaltamento dell'assoluzione in primo grado è un fulmine a ciel sereno che scuote sia la Regione Emilia Romagna sia i vertici del Partito democratico. "Chiunque lo conosca non può dubitare della sua onestà e della sua correttezza - si affretta a commentare Pier Luigi Bersani - con tutto il rispetto che si deve alle sentenze, si dovrà dare rispetto anche alle convinzioni profonde di chi ha avuto a che fare con Errani". La condanna è un colpo durissimo alla tanto sbandierata "superiorità morale" della sinistra. Il processo è, infatti, collegato alla maxi truffa sul finanziamento da un milione alla coop presieduta nel 2006 dal fratello di Errani, Giovanni. Per il governatore la procura generale aveva chiesto una condanna a due anni.

Errani, per il quale la Corte ha disposto la sospensione condizionale della pena, era finito sotto indagine per una relazione che nel 2009 fu inviata alla procura bolognese per dimostrare la regolarità dell'operato della Regione nel finanziamento da un milione di euro a Terremerse. "È un momento di grande amarezza", ha commentato Errani che, nel presentare le dimissioni da governatore, ha ribadito la propria innocenza. A inguaiare i dirigenti Terzini e Mazzotti, anche loro assolti in primo grado perché "il fatto non costituisce reato", era stato lo stesso Errani che, secondo la ricostruzione della accusa, vennero istigati a scrivere il documento per coprire irregolarità. Attualmente Giovanni Errani è a processo in primo grado per truffa ai danni della stessa Regione.

Con le dimissioni di Errani la Regione Emilia-Romagna si avvia verso nuove elezioni. All'interno del Pd il toto candidati era già iniziato per l’intreccio con il congresso regionale del 5 ottobre. In pole position ci sono già Stefano Bonaccini, segretario regionale uscente e responsabile Enti locali nella segreteria di Matteo Renzi, e Daniele Manca, sindaco di Imola e presidente regionale dell’Anci, pure lui renziano anche se della "seconda ora".

Se invece dovesse toccare all'ex sindaco di Forlì, Roberto Balzani (renziano da sempre), dovrebbe vedersela con Matteo Richetti, ora deputato che da presidente dell'assemblea regionale aveva fatto da apripista a Renzi in Emilia-Romagna. Non a caso era al suo fianco sul palco alla seconda Leopolda.

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