Domani è la giornata decisiva per Josefa Idem. Durante l'incontro con il premier Enrico Letta si deciderà del suo futuro da ministra. Lo scandalo è satto grosso e il contraccolpo pesante. La conferenza stampa idnetta ieri dall'ex atleta insieme al suo legale non ha migliorato la situazione e le reazioni, anche del centrosinistra, sono state fredde se mom del tutto gelide. Oggi le parole del presidente del Consiglio, intervistato da Lucia Annunziata a In Mezz'ora, sono piombate come una tegola sulla testa dell'olimpionica. "Confesso che non ho visto tutte le carte e che voglio vederle tutte. Dobbiamo essere garantisti e garantire opportunità e rispetto delle regole come elemento chiave del nostro governo. Nessun doppio standard". L'ipotesi dimissioni, dunque, è sul tavolo di Palazzo Chigi. A chiedere la testa del minsitro è un coro trasversale che attraversa tutte le larghe intese. Per Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana del Pd, la Idem "avrebbe dovuto rimettere il mandato nella mani di Letta". E anche per il deputato democratico Dario Ginefra il comportamento della sportiva, che non ha intenzione di mollare la poltrona, "mette in difficoltà il premier". Ma, più che il fuoco amico dei compagni di partito, stupisce la totale assenza di dichiarazioni di solidarietà. Solo Renato Brunetta, forte delle sue posizioni garantiste, spezza una lancia in favore della ministra: "Io sono un garantista all’ennesima potenza, contrariamente ai miei colleghi del Pd che nel passato si sono infilati in ogni strumentalizzazione".
Nel frattempo ci pensa un'altra atleta a infilzare la ministra delle Pari Opportunità. "Josefa Idem è un simbolo: certo bisogna valutare la gravità dei fatti, ma io al suo posto mi dimetterei per non lasciare ombre", è il commento lapidario di Fiona May, ex campionessa di salto in lungo e italiana d'adozione proprio come la Idem. "Sono un pò sorpresa da
538em;">questa vicenda, ma bisognerà valutare la gravità dei fatti che le sono contestati ha proeguito la May -. Posso dire che, se si tratta di una cosa grave, è giusto che lasci la carica di ministro".
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