Fioroni sbarca in Puglia e beffa Calenda (grazie a Emiliano)

Lasciato il Pd di Elly Schelin, Beppe Fioroni arriva in Puglia per creare la nuova Margherita. Una mossa benedetta dal presidente pugliese e che sfila consiglieri ad Azione

Fioroni sbarca in Puglia e beffa Calenda (grazie a Emiliano)

Nasce il movimento di Beppe Fioroni, colto da un nuovo protagonismo da quando ha lasciato il Pd di Elly Schelin per eccesso di sinistra. E dove poteva fiorire questa nuova Margherita se non nel “laboratorio Puglia” giardino di mille primavere, che da Salvemini, Moro, Tatatarella e Rino Formica, passando dal pensiero meridiano del compianto Franco Cassano è finita al cattocomunismo di Nichi Vendola e poi al circo di Michele Emiliano che ha assessore alla sanità Rocco Palese, che già lo fu per Raffale Fitto?

Fioroni è arrivato il 28 aprile in Puglia entrando dalla porta principale, che gli è stata aperta proprio da Michele Emiliano. E crea subito il suo gruppo in consiglio regionale. Svuotandolo a Carlo Calenda. Fioroni ed Emiliani si sono incontrati nel centro spirituale Padre Pio a San Giovanni Rotondo, terra di Giuseppe Conte. L’iniziativa è stata organizzata da Sergio Clemente, consigliere regionale e commissario di Azione a Foggia.

Accanto a loro Raffaele Bonanni, ex segretario Cisl ora esponente di Azione. In sala anche il consigliere regionale di Italia Viva Massimiliano Stellato, quello di Azione Ruggero Mennea, l’ex assessore Pisicchio, e il coordinatore regionale di questo nuovo movimento Ninni Borzillo, già esponente di Forza Italia e Più Europa, nominato da Emiliano commissario straordinario dei quattro consorzi di bonifica (carrozzoni con debito milionario). Con loro anche Angelo Sanza.

Argomento di discussione ovviamente “la presenza dei cattolici in politica”. E' intorno a questo spazio lasciato libero da Elly Schlein che vogliono ritrovarsi vecchie glorie popolari, democristiane, e centriste. “Vi federo io” ha detto Emiliano. E Fioroni subito accetta l’offerta: “abbiamo fatto percorsi significativi insieme, Emiliano è forte della legittimità popolare, ha apprezzato la nostra proposta e penso che presto ne diventerà un fermo sostenitore”.

Il governatore con questa mossa punta a indebolire il Pd, che con Schlein potrebbe mettergli i bastoni tra le ruote per il terzo mandato o per una candidatura europea, come farà con Enzo De Luca. Ma anche a colpire il movimento 5 stelle, che potrebbe puntare ad andare in autonomia alle regionali. Nel circo di Emiliano però restano imbrigliati Calenda e Renzi.

Il leader di Azione alla vigilia di Natale si era precipitato direttamente nella sede del consiglio pugliese per annunciare, senza aver consultato nessuno dei militanti locali, il passaggio ad Azione di tre consiglieri regionali del Pd, che cosi andavano a costituire un gruppo autonomo in Aula. Nonostante in passato avesse apostrofato Emiliano come "peggior governatore d’Italia", Calenda disse che i consiglieri sarebbero dovuti rimanere in maggioranza perché li erano stati eletti, con Emiliano e i 5 stelle, che però non li volevano.

Uno dei tre, Sergio Clemente, proprio in quanto consigliere di maggioranza era stato eletto segretario d’aula. Era il 14 febbraio quando Emiliano disse “questo consiglio regionale non si riunirà più finchè Sergio Clemente non lascia il posto di segretario d’aula e passa in minoranza”. Due mesi dopo, il 20 aprile, quando il consiglio stava finalmente votando la rimozione di Clemente, Emiliano ha chiesto di ritirare la mozione.

Come sua tattica consolidata, anziché rompere, ha trattato con Clemente, facendolo passare con Fioroni, insieme all’altro consigliere regionale di Azione Ruggero Mennea. Cosa ufficializzata ieri al Centro Padre Pio. A questo punto con Calenda resta solo il consigliere Amati, che lo stesso giorno che lasciò il Pd, fu nominato da Calenda commissario regionale di Azione, e poco dopo coordinatore di tutti i consiglieri regionali di Azione d’Italia. Ma che ora resta senza gruppo proprio a casa sua. E proprio a casa sua, Brindisi, ha portato Azione a sostenere il candidato del centrodestra unito Marchionna. “Ma anche Amati è pronto ad aderire al nuovo intergruppo” dice Clemente, che promette riuscirà a superare il contrasto con Emiliano. Il quale ai due consiglieri di Fioroni ne aggiungerà un paio dei suoi insieme all'assessore regionale al Lavoro Sebastiano Leo. Mentre se non dovesse aderire il commissario regionale di Azione Amati si ritroverebbe nel gruppo misto guidato dal consigliere di Italia Viva Massimiliano Stellato.

Queste manovre sono frutto anche della spaccatura personale tra Calenda e Fioroni. Il 14 aprile, dopo la rottura con Renzi, il leader di Azione aveva dichiarato: “noi continuiamo a costruire il partito con i Lib dem europei e i popolari, non con Fioroni”. Il quale invece ha detto di voler costruire "una federazione per le europee con Italia Viva".

Ma Emiliano ieri è stato chiaro: “il gruppo di Fioroni per noi è benvenuto purché stia lontano sia da Renzi che da Calenda. E se oggi molti renziani e calendiani sono qui è perché hanno capito con chi hanno a che fare”. Del resto i rapporti tra il governatore e l’ex premier sono anche peggiori di quelli con Calenda. Oltre ad averlo sfidato alle primarie per la segreteria nazionale, Emiliano lo ha etichettato nel peggiori modi.

Durante la settimana della rottura tra Azione e Italia Viva, è stata Teresa Bellanova a ricordare che “per stare con Calenda siamo stati costretti ad accettare persino che candidasse nel terzo polo uomini di Emiliano”. Si riferiva a Massimo Cassano, direttore dell’agenzia regionale Arpal, che Calenda imbarcò e candidò in Azione perché grazie ai suoi voti è riuscito a far scattare in Puglia il seggio a Mara Carfagna.

Ma che proprio per non aver rotto con Emiliano poco dopo le elezioni é stato cacciato dallo stesso Calenda, che gli ha preferito il gruppo dei popolari di Amati, Mennea e Clemente. Che ora stanno facendo la stessa trafila. Mentre Calenda commette lo stesso errore per due volte nello stesso posto, senza imparare mai. E facendosi fare fesso persino da Emiliano.

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