Gasparri a giudizio: "Comprò una polizza usando i soldi del Pdl"

Il primo ottobre il processo. I pm: "Prese 600mila euro dai fondi del partito". Lui: "Amareggiato, ma mi difenderò"

Gasparri a giudizio: "Comprò una polizza usando i soldi del Pdl"

È stato rinviato a giudizio Maurizio Gasparri. Il senatore di Forza Italia e vicepresidente del Senato avrebbe acquistato una polizza a vita a lui intestata con i soldi del gruppo parlamentare del Pdl di cui era presidente.

Il processo nei suoi confronti inizierà il primo ottobre davanti alla X sezione del tribunale penale collegiale. Secondo l’accusa Gasparri "quale senatore della Repubblica e presidente del gruppo parlamentare Pdl" intestatario del conto del gruppo "si appropriava di 600mila euro utilizzandoli il 22 marzo 2012 per l’acquisto di una polizza a lui intestata personalmente, avente quale durata la sua intera vita e i cui beneficiari, in caso di morte dell’assicurato, erano i suoi eredi legittimi". Poi avrebbe "proceduto al riscatto anticipato della polizza, il primo febbraio 2013 (liquidata in 610,697,28 euro) e alla restituzione della somma di 600mila euro al gruppo Pdl Senato con due bonifici di 300mila ciascuno,rispettivamente in data 20 febbraio 2013 e 12 marzo 2013 a seguito di specifiche richieste della direzione amministrativa del gruppo".

"Apprendo con sorpresa e amarezza che è stato disposto il mio rinvio a giudizio. Ritenevo che l’evidenza dei fatti imponesse una decisione diversa. Così non è stato", replica Maurizio Gasparri, "Il dibattimento pubblico consentirà una conoscenza puntuale della vicenda e si comprenderà che non ho mai sottoscritto una polizza vita e che mi sono limitato a tutelare il gruppo parlamentare in previsione di una serie di contenziosi ai quali stava andando incontro.

Mi difenderò ribadendo le cose che ho detto finora perché questa è la verità, ed è una verità che non ammette alcuna interpretazione critica, così come è stato fatto da chi ha ritenuto di individuare nei miei comportamenti profili contestabili. Sono assolutamente sereno perché forte della verità dei fatti".

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