C'è chi va in ufficio perché un lavoro ce l'ha e chi non fa nulla perché, beato lui, se lo può permettere. C'è chi fa l'epicureo e si cala nel piacere della campagna e chi trova il massimo dell'equilibrio interiore pensando all'arte, la più sublime. E c'è anche chi vivrebbe sempre in smoking perché il suo habitat ideale è un circolo inglese. Ieri sulle passerelle di Milano di uomini se ne sono visti di tutti i tipi. Quello mandato in passerella dal raffinatissimo Tomas Maier con la collezione Bottega Veneta è un tipo molto serio e competente, conosce i valori della sartoria, adora i tessuti con disegni esclusivi in una fusione di motivi grafici che coinvolgono la camicia, il gilet, la cravatta e l'abito, porta una preziosa cartella di coccodrillo. «È un momento serio in cui il lavoro è sentito come una chiara priorità» dice il direttore creativo spiegando il motivo per cui l'iconico abito maschile è protagonista per eccellenza del suo progetto estetico, più che mai ricco e impeccabile. Ma se si abbandona per un attimo il coté professionale e si abbraccia quello ludico, allora di colpo si può finire in una campagna d'autunno, su un tappeto di foglie che l'umidità deteriora, e scoprire che l'uomo ha bisogno della natura per rigenerarsi. Il suo guardaroba, di conseguenza, è un inno alla libertà.
Umit Benan che da alcune stagioni firma la collezione Trussardi non ha dubbi e posiziona tab di velcro o patch di neoprene su giacche e pantaloni sartoriali imprimendo il carattere dello sportswear al formale. Il meglio si ottiene, visto il contesto gaudente della vita campestre, con lunghi cappotti e capi tecnici chiamati macintosh, mantelle, anorak e field jacket. Il bello della campagna è servito ma non a tutti si addice il brivido della vita all'aria aperta. C'è chi passerebbe ore e ore in una galleria d'arte per placare la fame di bellezza e di modernità. Un uomo che potrebbe andare in fibrillo alla sola vista di capi d'abbigliamento ispirati al Bauhaus, con l'esaltazione della geometria e l'energia di lampi di colore che interrompono il nero. «L'innovazione di questa corrente artistica corre anche sul filo della mia collezione» ha spiegato Paolo Gerani prima di far sfilare nella collezione Iceberg uomini sicuri di sé, eleganti nelle maglie di sapore futurista, nei cappotti neri con intervento di colore rosso o nelle giacche nere con i risvolti bluette.
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