"A governare era la sua pochette". Lo schiaffo della Meloni a Conte su Zelenski

Il presidente del Consiglio replica a muso duro alle parole del capo dei 5 Stelle sul fatto che il leader ucraino avesse dovuto negoziare la pace dismettendo i suoi abiti militari

"A governare era la sua pochette". Lo schiaffo della Meloni a Conte su Zelenski
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Momenti di tensione dialettica all'interno dell'Aula del Senato della Repubblica al termine di una giornata in cui si discutevano le comunicazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo dei prossimi 21 e 22 marzo. Il presidente del Consiglio, durante il suo primo intervento, aveva affrontato diversi argomento: come la rivendicazione del patto con la Tunisia - con tanto di cifre di Frontex che certificano un drastico calo degli sbarchi di migranti - il il secco "no" a chi aveva parlato di un intervento diretto della Nato in Ucraina (come aveva fatto Emmanuel Macron): "Siamo assolutamente contrari, si rischierebbe un'escalation", ha precisato.

Le frecciate di Meloni a Conte

Subito dopo il dibattito parlamentare sono seguite le repliche della stessa Meloni e, a proposito della guerra in Ucraina, il contrattacco è tutto politicamente puntato verso Giuseppe Conte, pur assente essendo lui deputato. Rivolgendosi ai banchi del Movimento 5 Stelle, Meloni risponde: "Se avessimo fatto quello che proponevate già qualche mese fa l'Ucraina si sarebbe arresa", suscitando l'immediata reazione dei senatori grillini, tra urla e contestazioni. "Contesto il principio che l'Ucraina si debba arrendere. Non mi convincerete mai che questa sia la soluzione".

Poi, l'affondo decisivo contro l'ex presidente del Consiglio: "La cosa più concreta che ho sentito dal leader di M5s è che se Volodymyr Zelensky vuole aiutare il suo popolo si deve mettere gli abiti civili - ricorda -. Cioè se vuoi la pace mettiti la cravatta. Probabilmente Conte riteneva al tempo che a governare l'Italia ci sarebbe stata la sua pochette e abbiamo visto i risultati". Il capo del governo ha chiosato il proprio ragionamento aggiungendo che politica estera deve essere "una cosa più seria e penso che sia molto pesante dire a qualcuno che vede i suoi cittadini morire ogni giorno come si deve vestire".

Sempre in particolare contro i pentastellati, Meloni si dice orgogliosa per gli obiettivi raggiunti in campo economico: "Bisogna essere fieri dei risultati economici che l'Italia sta raccontando in queste settimane". Ovvero il record occupazionale, l'aumento del reddito medio delle famiglie, lo spread che è ai minimi dai due anni e il fatto che "siamo i primi in Ue per la realizzazione del Pnrr". E poi ancora: "L'Italia è cresciuta più della media europea. E l'Istat ha detto che è diminuito il rischio di povertà e questo mi stupisce perché avevano detto di averla abolita", diventa il sarcastico riferimento alle celebri parole dell'ex ministro Luigi Di Maio subito dopo avere annunciato dal balcone di Palazzo Chigi l'entrata in vigore del reddito di cittadinanza.

La risposta al Pd

C'è poi anche tempo per una replica per smontare chi parla di una maggioranza spaccata dopo il discorso di Filippo Sensi (Partito Democratico): "Credo che non ci sia nulla oltre alla linea politica che un governo vota in Aula, e rappresenta all'estero senza tentennamenti, che rappresenta la compattezza della maggioranza". Senza timore di smentita, aggiunge, la premier ritiene che il governo in questo anno e mezzo abbia sempre potuto rappresentare la stessa posizione con estrema forza e determinazione, "come tutti a livello internazionale ci riconoscono e dispiace che spesso non venga riconosciuto a livello nazionale".

Ecco quindi che arriva l'ulteriore stoccata nei confronti delle opposizioni: "Mi pare piuttosto che qualche tentennamento ci sia dalla parti delle opposizioni. Il Pd nell'ultima occasione si è astenuto quando si è trattato di votare quando si è trattato di votare sull'invio di armi in Ucraina", ha rimarcato suscitando ancora una volta la reazione di sdegno dai banchi della sinistra.

Infine, un appunto sull'agricoltura: "Dobbiamo dirci le cose come stanno, che una discreta parte dei problemi che gli agricoltori oggi hanno dipende dalle scelte ideologiche, in alcuni casi folli, che particolarmente la sinistra ha imposto in questi anni in Italia e in Europa", ha concluso Giorgia Meloni.

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