Governo, Letta tira dritto: "I veti non mi bloccheranno"

A Cernobbio Letta rassicura banchieri e imprenditori: "Rompere le catene che bloccano l'Italia". Ma è solo una lunga sfilza di promesse e il governo è in bilico

Il premier Enrico Letta al Forum Ambrosetti
Il premier Enrico Letta al Forum Ambrosetti

"Abbiamo capito quello che è successo tra febbraio e aprile o ancora siamo ciechi? Sono avvenuti due terremoti non paragonabili a nessuno dei terremoti della politica italiana: il risultato elettorale e l’implosione del Parlamento che non è riuscito a eleggere il presidente della Repubblica". Il premier Enrico Letta tiene botta alle critiche che, quotidianamente gli piovono addosso e prova a tirare dritto rilanciando l'azione del governo e segnando, punto per punto, le sfide che l'esecutivo dovrà affrontare al più presto per cavalcare i primi cenni di ripresa economica e far uscire il Paese dalla recessione. Invitato a parlare al Forum Ambrosetti, il presiudente del Consiglio ha voluto lasciar fuori dal discorso gli attriti politici che scuotono la maggioranza per concentrarsi sul programma: "Le risposte tradizionali non bastano. Noi siamo qui per una svolta non per traccheggiare".

Non vuole sentir parlare del congresso che a breve investirà il Partito democratico, né tantomeno delle correnti che stanno rischiando di far esplodere i vertici di via del Nazareno. Letta preferisce tenersi fuori, almeno mediaticamente, dalla staffetta con il sindaco di Firenze Matteo Renzi per la leadership del partito che a fatica viene guidato da Guglielmo Epifani. "Di fronte a un compito cos improbo, impervio, come quello del governo - assicura Letta da Cernobbio - mi dedico totalmente a questa missione, che è già un’impresa". Perché sa bene che una qualsiasi sbandata politica rischia di far cadere un esecutivo che sta in piedi per miracolo. Se da una parte il Pdl è alle prese con la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, dall'altra il Pd sta briciando i consensi litigando in continuazione sulle regole per il congresso. Da giorni fonti vicine al ministero dell'Economia vanno predicando la calma per evitare un'altra incursione degli speculatori su piazza Affari. Proprio per questo a Villa d'Este Letta ha deciso di ostentare ottimismo sulla tenuta dell'esecutivo: "L’instabilità porta un rialzo dei tassi di interesse: stabilità e instabilità sono come il sole e la luna". Una strategia studiata a tavolino per rassicurate i banchieri, gli imprenditori e soprattutto gli euroburocrati che siedono a Bruxelles. Tanto che, dopo aver promosso i primi centotrenta giorni di governo, si butta a tracciare le prossime sfide che lo attendono. "Bisogna rompere le catene che bloccano l’Italia - tuona - il nostro paese può fare cose straordinarie".

L'intervento di Letta a Villa d'Este è una lunghissima sfilza di promesse, una panacea di misure, riforme e obiettivi che vanno dalla riforma della Costituzione alla riduzione della pressione fiscale, fino alla candidatura alle Olimpiadi del 2024. E ancora: il pacchetto di dismissioni e incentivazioni, la lotta all'evasione e l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. "Sono stradeterminato a non farmi bloccare da veti e a non galleggiare", assicura ben sapendo che la prima partita va giocata all'interno dello stesso esecutivo.

Non è, infatti, un caso se a distanza di poche ore si veda costretto a correggere il tiro sulla rappresentanza rispetto alla linea tracciata dal ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni che proprio da Cernobbio in mattinata critica il patto siglato a Genova tra Confindustria e sindacati. "Un accordo importante che va nella giusta direzione e noi lo sosterremo", assicura il capo del governo.

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