
Si è aperto il caso nazionale sul 13enne che è stato sanzionato dalla sua scuola, l'istituto omnicomprensivo Educandato statale Agli Angeli di Verona, per non aver voluto attraversare le "scale arcobaleno", ossia una scalinata interna alla scuola pittata con i colori della bandiera rainbow. Mentre la politica si divide, i genitori hanno inviato una lettera al ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Mentre il presidente veronese dell'Associazione presidi, Piergiorgio Sartori, ha espresso la propria solidarietà al collega finito nella polemica, perché "quella non è una scala gender, basta leggere le parole che vi sono riportate: sono tutti e solo valori non negoziabili della nostra Costituzione", alcune fonti sostengono che quella gradinata venne realizzata lo scorso anno per promuovere il diritti Lgbt.
Fatto salvo il comportamento pericoloso del giovanissimo studente, che ha cercato di salire le scale attraverso la ringhiera per non calpestare i gradini, si è aperto il dibattito sulla libertà di pensiero non tutelata. "Veniamo da Paesi diversi e democratici (entrambi i genitori sono stranieri, ndr), né io, né mia moglie siamo omofobi", ha spiegato il papà del ragazzino a Pro Vita e Famiglia. Pertanto, ha aggiunto il genitore, "etichettare come omofobo un bambino di 13 anni che non condivide le idee del movimento Lgbt+ lo ritengo grave".
Il padre si è detto comunque contrario al trattamento delle tematiche Lgbtq in classe ma ci ha tenuto a sottolineare che suo figlio "non ha mai usato terminologie volgari, omofobe o offensive, semplicemente si è rifiutato di salire le scale". Questo passaggio fa riferimento alla lettera scritta dal preside ai genitori, in cui il dirigente scolastico ha dichiarato che "alla mia ulteriore richiesta del perché non avesse voluto calpestare la scala arcobaleno, ha affermato seccamente e meramente di essere contrario alla Comunità Lgtb, rifiutando il mio invito al dialogo; a quel punto ne ho registrato l'atteggiamento omofobico con rammarico".
Il clamore mediatico e, prima ancora, la sanzione disciplinare (nota) inflitta al giovane studente sta avendo ripercussioni sulla sua serenità emotiva. Ma soprattutto, il papà ha reso noto che per il figlio la situazione vissuta a scuola è come "il perpetrarsi di una vera e propria forma di violenza". Quel che il genitore ora chiede è il rispetto delle idee del figlio, senza forzature ideologiche. E per spiegare la sua posizione ha fatto un esempio: "Siamo in uno Stato democratico, a prevalenza cattolico, in cui vigono i Patti Lateranensi ed è previsto l’insegnamento della religione cattolica: se tuttavia uno studente non vuole parteciparvi, non è obbligato a farlo". A front di questo, ha proseguito, "non capisco, perché, allora uno studente debba essere obbligato a salire su una 'scala arcobaleno'. Credo che anche altri studenti siano a disagio nel percorrere quelle scale ma non hanno avuto il coraggio di mio figlio".
Dall'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto fanno sapere che "non ci sono motivazioni ideologiche dietro la nota comminata allo studente veronese che si è arrampicato lungo il corrimano di una scala color arcobaleno". La lettera sarebbe quindi motivata solo dalla tutela della salute dello studente: "Su questi principi posso garantire la costante attenzione dell’Ufficio Scolastico Regionale e di tutto il personale scolastico.
Anche solo avanzare il sospetto di condizionamenti ideologici è ingeneroso nei confronti di chi, ogni giorno, si impegna per educare alla libertà e al senso di comunità". Nei prossimi giorni è già in programma un confronto tra i genitori e l'istituto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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