Sono vent'anni che la sinistra non ha un'idea politica, ma si affanna a seguire le mode. L'ultima è il grillismo. Non sono diventati cinque stelle perché non sopportano i dilettanti in politica e l'unica società civile che riconoscono è quella da tappeti rossi. Della serie: dilettanti, ma famosi. Con Grillo hanno un rapporto schizofrenico. Lo detestano, lo inseguono, lo corteggiano, lo ripudiano offesi. Non sopportavano i suoi vaffa e quell'odore di qualunquismo, poi ne hanno invidiato il successo. Hanno cercato di normalizzarlo e ora si sono messi in testa di copiarlo. Sono un po' come i cinesi. Ma spacciano il tarocco come falso d'autore. È così che si preparano a mettere sul mercato il grillismo rosso.
Di che si tratta? In realtà è una cosa che gli viene naturale. È un populismo, qualunquista, nella solita salsa oligarchica. Per capirci, è la stessa operazione che hanno fatto con il Pigneto a Roma. Prendi un quartiere ultra popolare, gli togli l'anima verace, cominci a dire che è pieno di attori e intellettuali, ci metti dentro un po' di coloni presi dai Parioli e il gioco è fatto. Il Pigneto non è più il Pigneto, ma per andarci il radical chic di sinistra si veste da borgataro.
Ecco, questo è più o meno il grillismo rosso. Non c'è dubbio che Matteo Renzi, che da post Dc si è travestito da vaffa, e Pippo Civati, che del grillismo rosso sta diventando il teorico, non abbiano nulla del comico genovese. Sono professionisti della politica da quando sono nati e in più si portano a spasso quella faccia che piace tanto alle mamme della buona società. Ancora peggio se si pensa a Laura Boldrini. Eppure anche il presidente della Camera smania per un dna a cinquestelle. Perfino Grasso, che di mestiere faceva il procuratore, ci sta provando a darsi un tono da incursore, come se fosse un dilettante allo sbaraglio che sogna un governo grillorosso, ma se possibile senza Grillo. Quello che più di altri va in giro a fare il grillino è il medico con la faccia da Forrest Gump finito al Campidoglio. Non si è ancora capito se Ignazio Marino ci è o ci fa. Una cosa è certa: fa il dilettante, ma appena c'è un assessore da piazzare pesca nella vecchia nomenclatura del fu Bottegone.
A tutta questa gente Grillo dovrebbe
rivendicare il copyright e denunciare i falsi grillini. Per quanto ci riguarda, se proprio dobbiamo scegliere, allora è meglio l'originale. Almeno spaccia il vecchio e classico qualunquismo. Senza quella puzza da aristodem.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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