Grillo e Casaleggio in panne: riunione segreta per ricucire dopo lo "strappo" al Senato

Lo strappo sul reato di clandestinità smaschera tutte le debolezze del M5S. Grillo e Casaleggio organizzano d'urgenza una riunione per ricucire coi gruppi

Grillo e Casaleggio in panne: riunione segreta per ricucire dopo lo "strappo" al Senato

Si vedranno "lontano dai luoghi istituzionali". Si trovarenno nel prossimo fine settimana, forse invece già lunedì, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, con i parlamentari del Movimento 5 stelle. La mission della pattuglia stellata è ricucire la ferita aperta dalla sonora bocciatura sul blog dell’emendamento che cancella il reato di immigrazione clandestina. Proprio per questo si vedranno fuori porta, in un luogo che resterà segreto fino all’ultimo, come nella rocambolesca assemblea di Tragliata quando, era l’alba della legislatura, senatori e deputati a Cinque Stelle raggiunsero un agriturismo a pochi chilometri da Roma per un appuntamento che avrebbe dovuto rimanere segreto (lontano dagli obiettivi indiscreti dei media) ma che, alla fine della farsa, fu preceduto da un corteo di auto di giornalisti al seguito dei pullman grillini.

La norma contestata dal comuco genovese, presentata in commissione al Senato dai due grillini Andrea Cioffi e Maurizio Buccarella e passata con i voti dei democratici e del Sel di Nichi Vendola, era stata oggetto di condivisione almeno all’interno del gruppo di Palazzo Madama e nonostante l’invettiva dei due cofondatori, ha raccolto consensi pubblici anche da altri eletti stellati. E infatti, superato il trauma di ieri, l’ingegnere salernitano Cioffi, ostenta tranquillità: "A me neanche le cannonate mi scalfiscono". Non è mai stato un "dissidente", non si sente uno "Stranamore senza controllo", come lo ha apostrofato lo stesso Grillo, e non è particolarmente impressionato nemmeno dall’avvertimento piovuto dall’alto sul metodo di lavoro che imporrebbe ai parlamentari di lavorare solo sui venti punti di programma e rinviare le altre materie alla prossima legislatura: "È una sua idea, verrà qui a spiegare, se è convincente la adotteremo". E su Facebook aggiunge: "Credo fermamente nel valore dell'emendamento". Solo la rinuncia a una presa di posizione e a un voto dell’assemblea congiunta di deputati e senatori sul tema caldo dei clandestini ha salvato il movimento da una spaccatura grave.

Sul blog di Grillo è comparso un lungo testo dell’intellettuale grillino Paolo Becchi, su tutt’altro argomento (indulto e amnistia), nel quale si ipotizza l’impeachment del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In altri momenti, avrebbe monopolizzato l’attenzione del mondo della politica e dell’informazione e attenuato l’interesse per i problemi interni al gruppo. Stavolta forse non basterà. "Queste cose succedono perché Grillo non comanda, contrariamente a quello che si crede", spiega il senatore Bartolomeo Pepe pur ammettendo che il Movimento 5 Stelle è prigioniero di una contraddizione: "Per certi versi può essere un vantaggio, vuol dire che abbiamo le mani libere, ma d’altro canto se non possiamo presentare proposte su nulla che non sia già nel programma le mani ce le abbiamo bloccate...". "Il clima era buono nell’assemblea di ieri, nessuno è stato messo sotto processo", racconta il siciliano Francesco Campanella che su Facebook rivendica la sua indipendenza di giudizio: "Voto secondo le indicazioni dei cittadini ma penso in proprio". E ammonisce: i nemici non sono gli immigrati ma chi si arricchisce nonostante la crisi. Più tagliente Luis Orellana, finito recentemente nel tritacarne del blog per le sue posizioni aperturiste nei giorni della crisi di governo: "Inopportune posizioni autoritarie fanno perdere autorevolezza. È proprio un peccato...".

Tacciono i capigruppo. Ma se perfino un fedelissimo come Alessandro Di Battista accusa Grillo di aver scritto un post "troppo di pancia" è chiaro che su questo episodio gli equilibri interno non sono affatto da dare per scontati. E infatti Luigi Di Maio, uno che ci ha messo la faccia dicendosi favorevole alla cancellazione del reato di clandestinità, prova a ricucire ributtando la tensione all’esterno del movimento. "Ormai abbiamo compreso - scrive - che la maggior parte dei media non ha alcun interesse a capire le dinamiche del Movimento 5 Stelle bensì preferisce cavalcarle.

Siamo una comunità di cittadini, dentro ci siamo tutti: attivisti e non, parlamentari, consiglieri comunali e regionali, Beppe, Gianroberto e il suo staff. Nei prossimi giorni tutti insieme troveremo il modo migliore per confrontarci. E ne usciremo più forti di prima".

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