Roma «Stiamo scrivendo la storia. 1.569.951,48 di euro restituiti». Ma in piazza ad applaudire, a gridare «bravi!», saranno stati una trentina. Eppure la piazza era una vetrina: di fronte a Montecitorio. E per questo evento i grillini hanno litigato e si sono sparati addosso, sono passati attraverso tutti i gironi dell'inferno, hanno ghigliottinato i dissidenti, fino ad arrivare ieri, finalmente, al fatidico giorno, consacrato da Grillo con un breve tweet in diretta. Il pubblico è stato decisamente più familiare che oceanico.
Tra indennità e diarie, i parlamentari Cinque stelle restituiscono quindi allo Stato più di un milione e mezzo di euro. «Già versato al fondo ammortamento del debito pubblico», precisa il capogruppo alla Camera, Riccardo Nuti. Sarebbe stato perfetto un Grillo in piazza, tanto più che Napolitano lo aveva invitato, su richiesta, a un colloquio oggi al Quirinale. Ma niente, Grillo ieri non si è visto, e all'ultimo ha aggirato la proposta di una salita al Colle oggi. Pare che il presidente non abbia troppo gradito questo fare il prezioso. Il leader stellato che urlava dal blog che l'Italia affonda, non c'è più tempo, l'italiano «può diventare feroce», bisogna sciogliere le Camere, secondo voci sarebbe in Sardegna in vacanza. Nessuno conferma, e ufficialmente il motivo del «no» a Napolitano per un incontro oggi è la partecipazione non rinviabile all'iniziativa «terra dei fuochi», per approfondire il tema dei rifiuti in Campania, a cui prenderanno parte alcuni parlamentari. Non Grillo, comunque. L'incontro al Colle tra la delegazione Cinque stelle e il capo dello Stato si svolgerà quindi mercoledì. Il comico non si aspettava di certo una risposta così tempestiva di Napolitano, che l'ha preso in contropiede, senza ombra di dubbio.
Nessuno ieri comunque aveva troppa voglia di commentare lo strano rinvio, perché era il grande giorno, il Restitution day, con cerimonia di sventolio di assegni davanti alla Camera. «Non pensiamo a chi ha restituito quanto, qui oggi c'è questa cifra, più di un milione e mezzo, che abbiamo restituito tutti insieme», spiegava in piazza Alessandro di Battista. I grillini rendono una media di 10mila euro a testa per i mesi di marzo, aprile e maggio. «Ma alla fine restituiremo anche di più - insisteva solertemente Alessio Villarosa - per l'affitto abbiamo dovuto versare due mensilità di deposito. Queste saranno consegnate alla fine». Alla fine ha ceduto anche l'ultimo dei dissidenti, Alessio Tacconi, eletto all'estero: ha restituito una parte della diaria, e per ora non lascia il gruppo.
Grillo, dal blog, ha argomentato meglio in serata: «Non annunci, non rinvii. Sono i fatti del MoVimento 5 Stelle». Lo slogan ieri in piazza era: «Adesso restituiteli voi». «Se gli altri gruppi facessero come noi - parlava per tutti Nuti - lo Stato risparmierebbe 40 milioni di euro solo alla Camera». La proposta rivolta a tutti i partiti di restituire i soldi non spesi tramite rendicontazione, presentata ai questori, «è stata insabbiata». Per il grande giorno i Cinque stelle hanno organizzato, prima della cerimonia, una conferenza stampa nell'auletta dei gruppi, la loro sala della Pallacorda dove periodicamente si riuniscono senza far entrare nessuno. Nell'aula ex «bunker» i giornalisti hanno anche potuto rivolgere brevi domande agli eletti. Aggirata per due volte quella su un eventuale collaborazione con altri gruppi parlamentari per l'approvazione di legge che stanno a cuore al Movimento, compresa quella sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.
I parlamentari stellati pongono già la loro condizione: prima che la legge sia approvata, i partiti «rinuncino alla rata di luglio di 90 milioni di finanziamento dello Stato».A Napolitano Grillo e la delegazione, anticipa Nuti, chiederanno di «rendere il Parlamento utile, altrimenti, se inutile, le Camere devono essere sciolte».
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