È "impensabile" che la telefonata tra l'ex segretario dei Ds, Piero Fassino, e il numero uno di Unipol, Giovanni Consorte, sia stata pubblicata sul Giornale "senza l'avallo di Silvio Berlusconi".
A dirlo è Carlo Federico Grosso, che rappresenta come parte civile Fassino nel processo di appello sul caso Unipol, a carico di Silvio e Paolo Berlusconi. L'intercettazione di cui parla è quella pubblicata il 31 dicembre del 2005, ancora coperta da segretto istruttorio, in cui l'ex segretario dei Democratici di sinistra diceva "allora abbiamo una banca".
Grosso ha chiesto ai giudici di confermare gli 80mila euro di risarcimento disposti dal Tribunale per l'attuale sindaco di Torino, o di ritoccare al rialzo la cifra. La richiesta iniziale di Fassino era di un milione di euro. L'avvocato ha sottolineato che è provata la responsabilità di Silvio e Paolo Berlusconi.
"La segretezza - ha aggiunto - era rilevante perché la telefonata non era stata
nemmeno sbobinata". La sua pubblicazione avrebbe danneggiato "il segretario del maggiore partito avverso".I legali di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, hanno chiesto ai giudici di assolvere Silvio Berlusconi.
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