Il grottesco epilogo del partito del "Vaffa" che si è trasformato in un Pd di serie B

Il partito della contestazione che si auto contesta sembra l'immagine che ci restituirebbe la più efficiente delle intelligenze artificiali se le chiedessimo: "come sta il Movimento Cinque Stelle?"

Il grottesco epilogo del partito del "Vaffa" che si è trasformato in un Pd di serie B
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l Movimento non si muove più. Sta fermo. Si è arenato. È incagliato nelle sabbie mobili di un assemblearismo da liceo occupato (con o senza k) che certifica la sua definitiva trasformazione in un Partito Democratico di serie B, per impatto politico e soprattutto per numeri, come hanno certificato le elezioni regionali dello scorso fine settimana. E il gruppetto di contestatori che, nel nome dei fondatori Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, ha subitaneamente contestato Giuseppe Conte, consolida l'idea della assoluta normalizzazione del Movimento che voleva scassare la cosa pubblica e ha finito per farsi del male da solo. Ora c'è pure l'ennesima fronda interna. L'assemblea costituente si chiama Nova, ma è fin troppo facile pensare che sia una supernova, una grande eruzione cutanea di tutti i traumi che scorrono sotto la pelle dei 5 Stelle. Il partito della contestazione che si auto contesta sembra l'immagine che ci restituirebbe la più efficiente delle intelligenze artificiali se le chiedessimo: «come sta il Movimento Cinque Stelle?». Ma ci sono molti paradossi che vanno in scena in questa assise movimentista che altro non è che un funerale (del fondatore) travestito da battesimo (di Conte). Il primo cortocircuito è l'attesa di un Grillo decadente ma ancora messianico. L'assemblea dei Cinque Stelle per Grillo è diventata come quella degli azionisti di Telecom o Parmalat agli inizi del Duemila, quando il comico interveniva a sorpresa facendo il guastatore. Allora era un palcoscenico sul quale salire e concionare con enfasi per difendere gli azionisti dalle truffe dei dirigenti. Ed è anche troppo facile e didascalico capire chi siano oggi gli azionisti e i truffatori di questa pirotecnica epopea pentastellata. Il declino del Movimento, i fremiti padronali di Conte, la fuga dalle urne, la normalizzazione e la razionalizzazione di un progetto nato cercando di surfare l'onda di una follia che col senno di poi è stata poco lucida e alquanto dissennata, sono le ceneri migliori sulle quali l'ex comico può confezionare un sulfureo ritorno. E poco importa se Grillo andrà o non andrà, se lo show ci sarà o meno. L'attesa di Grillo è Grillo stesso, un generatore perpetuo di caos pronto a radere al suolo anche la casa politica che ha costruito in anni di sudati e bercianti comizi in giro per le piazze e i palazzetti di tutte Italia, molti dei quali - genio ligure - profumatamente pagati dagli spettatori-elettori. E anche oggi, con la sua silenziosa assenza, Grillo continua a essere loquace, forse anche più di quando, posseduto dal demone del tribuno, calcava i palchi. Perché la folla, reale e virtuale, di Nova, le presunte decine di migliaia di iscritti che parteciperanno alla costituente sono lì in attesa, appese agli umori di un comico e alla sua agenda: sarà già arrivato a Roma? Sarà ancora nella sua villa a Genova o in quella di marina di Bibbona? O forse sta imbellettandosi in una stanza di albergo, pronto per un ingresso scenico che spezzi la liturgia burocratico-assembleare dell'ultima trovata di Conte? Riti stanchi che non vedono l'ora di essere interrotti. È bastata la faccia di Grillo stampata sulle magliette dei contestatori per risvegliare qualche timido turbamento giovanile tra gli astanti. A dimostrazione - paradosso dei paradossi - che uno vale tutti, altro che uno vale uno. Il movimento è stato ed è il suo leader e le sciagure che lo hanno travolto - le quali sovente sono state inversamente proporzionali a quelle del Paese - sono principiate con la sua istituzionalizzazione e con l'ingresso in quei palazzi del potere che volevano sfasciare e dai quali, invece, sono stati avviluppati.

Sugli esiti di una costituente al momento soporifera non ci sono certezze, ancora una volta un solo dato conta e fa capo al capo: quanto conterà ancora il garante? E già nel testo della domanda è custodita la risposta: al momento comanda ancora lui, il resto è solo amministrazione corrente.

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