I dem contro Conte: "Attacca il Pd anziché il governo"

I riformisti del Pd (ma non solo) contro il leader M5S per aver definito "bellicista" il loro partito

I dem contro Conte: "Attacca il Pd anziché il governo"
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La sparata di Giuseppe Conte manda in subbuglio i dem. Quel “Pd bellicista” è stato visto quasi come un insulto dall’ala riformista.

"Non mi occupo di tricologia...", ha esordito l'ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini riferendosi alla frase di Conte che testualmente aveva detto: “Mi ha fatto rizzare i capelli questo Pd bellicista”. E poi, con tutt’altro tono, ha aggiunto: "Se fossi stato presente all'iniziativa gli avrei risposto, pacatamente, che il Pd è stato ed è dalla parte della difesa della libertà e della sovranità dell'Ucraina, dalla parte del diritto internazionale. Senza esitazioni o ambiguità". Anna Ascani non ha dubbi sulla correttezza della linea tenuta dal Pd che prevede di difendere la sovranità dell’Ucraina e di condannare l’invasione della Russia, ma al contempo invocare anche un’azione diplomatica per la pace. “Non so proprio come possano aver suggerito a Giuseppe Conte la convinzione di un Pd bellicista. Competition is competition. E va bene. Ma rispettando la verità”, chiosa il vicepresidente della Camera.

Il senatore Alessandro Alfieri, interpellato dall'Adnkronos, sprona il suo partito:"Competition is competition, si avvicinano le europee ed è comprensibile che il Movimento 5 Stelle faccia il Movimento 5 Stelle, ma il Pd deve fare il Pd. Quando si fa del Pd una caricatura, bisogna rispondere a tono" perché ne va della "tutela di un'intera comunità". Matteo Orfini si chiede se bisogna comunque continuare il dialogo con il M5S: "Sono da sempre uno dei più dubbiosi e – dice - trovo continue conferme. Sembra che Conte sia più attivo nell'apposizione al Pd che al governo”. Anche l’ex ministro Andrea Orlando vede nelle parole dell’ex premier “molta campagna elettorale” e ricorda che “il primo invio di armi fu votato da tutto il governo nel quale sedevano anche ministri del M5S”.

A turbare i democratici è anche l'ennesimo silenzio di Elly Schlein che, dinanzi alle provocazioni, ha scelto una ‘linea buddista’ che non prevede repliche perché dannose alla nascita di una coalizione alternativa al governo Meloni. “Io rimango nella mia fase zen", ha continuato a ripetere la segretaria dem in Transatlantico durante una pausa dei lavori dell’Aula. Ma poco dopo ha sibillinamente aggiunto che se Conte "attacca più noi che il governo Meloni sbaglia strada" e "ne risponderà ai suoi elettori". Meglio evidenziare ciò che unisce (sanità, scuola, casa, green) rispetto a ciò che divide (inceneritore, politica estera, Rai).

Un ragionamento che, però, non convince i democratici: "Ci sono le europee, dobbiamo rafforzare il Pd e non fare la figura di quelli che prendono schiaffi da Conte". Dopo le europee, si penserà alle alleanze “ma questo è il momento di far vincere il Pd”, è il pensiero che agita il Pd.

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