Beppe Grillo non c'era, i soldi sì. Un milione e 570mila euro (per la precisione 1.569.951,45), l'importo di un mega assegno che i parlamentari del Movimento 5 stelle hanno srotolato davanti a Montecitorio per il "Restitution day": la giornata della restituzione allo Stato di una parte dei soldi pubblici destinati al M5S. I soldi - pari agli stipendi dei parlamentari da marzo a fine maggio nella parte eccedente la diaria fissata dal movimento - andranno in un fondo per l'ammortamento del debito pubblico. L'assegno è firmato dai capigruppo M5S di Camera e Senato, Riccardo Nuti e Nicola Morra. Il primo usa toni enfatici: "È la prima volta nella storia della Repubblica che dei deputati restituiscono dei soldi". I soldi per i rimborsi elettorali, pari a circa 42 milioni di euro, sono già stati restituiti. Iniziativa non proprio nuovissima: in passato già i Radicali restituirono ai cittadini i soldi del finanziamento pubblico.
"Siamo nati per normalizzare la cosa pubblica", ha detto Morra, capogruppo grillino a Palazzo Madama. "E' un giorno bellissimo, è la prima volta che un gruppo rinuncia a qualcosa, abbiamo dimostrato che senza essere francescani i cittadini possono fare politica", si tratta quindi di "un gesto simbolico ma drammaticamente concreto, se tutti adottassero la nostra sobrietà senza privarsi di nulla il Parlamento costerebbe 40-50 milioni di euro in meno all’anno. La domanda a questo punto è: perchè gli altri non lo fanno?".
I parlamentari del Movimento 5 Stelle tengono a sottolineare di aver "rinunciato anche a tutte le indennità di carica a cominciare da quella del vicepresidente della Camera". Molto citata nella conferenza stampa è stata la vicenda dell’inchiesta contro i consiglieri della Campania, con un pesante riferimento al presidente Caldoro: "Forse farà la fine della Polverini", ha detto Di Maio, aggiungendo che "mentre noi restituiamo i soldi per ridurre il debito pubblico Fiorito comprava la jeep con i soldi della regione: due stili diversi di gestire i fondi dei contribuenti"."Un nuovo modo di fare politica - conclude Di Maio - non perché siamo migliori di altri ma perché i soldi fanno male alla politica, se cacci fuori dalla politica i soldi, la politica diventa bellissima", ecco perché "speriamo che la Boldrini solleciti la rendicontazione delle spese dei deputati che è stata insabbiata".
Resta da chiedersi una cosa: perché Grillo non si è fatto vedere? Non voleva togliere spazio - e voce - ai suoi parlamentari? Grillo forse si sta già preparando all'incontro con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che si terrà mercoledì mattina. In quell'occasione i parlamentari pentastellati rivendicheranno il ruolo del Parlamento. Lo hanno
anticipato Di Maio e Nuti durante la conferenza stampa per il restitution day. "Denunceremo a Napolitano il fatto che la Camera non calendarizza la discussione di nessun
provvedimento a parte quelli del governo - ha detto Di Maio - ma abbiamo già visto qual è la considerazione che al Quirinale hanno del Parlamento con la vicenda delle mozioni sugli F35".
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