Le manifestazioni per la «vendetta di Ramy», respinte dalla sua stessa famiglia, peraltro, sono l’ennesimo sfogo puerile della subcultura anti sbirro che colora da sempre parte della sinistra italiana (era a una manifestazione del Partito dei Comunisti Italiani, ai tempi in Parlamento e al Governo, che nel 2006 si gridava «10, 100, 1000 Nassyrija»). Ramy è stato ucciso dalla scelta folle e criminale del suo amico guidatore, che forzando un posto di blocco commette reato e obbliga i Carabinieri a inseguirlo (diversamente, commetterebbero il reato di omissione d’atti d’ufficio).
Vedere una persona seria come Franco Gabrielli, oggi consulente del Sindaco Sala sulla sicurezza, (con successo?) criticare l’inseguimento dei Carabinieri male odora di campanilismo politico che sulla difesa delle forze dell’ordine non dovrebbe esistere. Benissimo hanno fatto Giorgia Meloni, Guido Crosetto e il neo Comandante Generale dell’Arma, Salvatore Luongo (nella foto), a sostenere il maresciallo investito da polemiche che a Rimini ha dovuto uccidere un accoltellatore (egiziano o italiano che sia non cambia), dopo avergli intimato di gettare il coltello in terra quando i due sono a cinque metri l’uno dall’altro, con l’aggressore, che ha appena accoltellato quattro persone, che se ne frega, e incede minaccioso verso il carabiniere. Il quale, quando se lo vede a due metri, spara due colpi a terra.
Sortendo nessun effetto. L’aggressore arriva a meno di un metro dal carabiniere e alza l’arma contro di lui. Fuoco del militare, ora indagato per eccesso colposo di legittima difesa.
Mi direte: verrà archiviato. Ci mancherebbe. Ma se qualche associazione fa opposizione all’eventuale e doverosa richiesta di archiviazione, il carabiniere resta indagato per mesi. Con ricadute su serenità e operatività tutte da esplorare. Non serve un genio per capire che vicende simili scoraggiano chi opera in strada a svolgere pienamente il proprio lavoro. Assistere a manifestazioni ostili verso chi, al prezzo di diverse vite e salari non eccezionali, difende tutti noi, è avvilente ma non inedito.
Ma mortificante e pericoloso. Se qualcosa non cambia, il futuro prossimo dell’Italia non è quello di una nazione più ricca di opportunità e denaro, quindi più tranquilla. Anzi. Questo lascia pronosticare che la criminalità potrebbe non diminuire. Se nei Carabinieri, l’istituzione più amata dagli italiani, diversi Comandanti di stazione cominciano a chiedersi: «Non sarà meglio lasciare, visto che non siamo più liberi di fare il nostro dovere?», quale sarà il futuro della nostra sicurezza? Occhio, ragazzi.
In più, la sinistra che sfila a Corvetto mostrando implicitamente scetticismo verso i Carabinieri, compie il suicidio politico di consumare un derby col centrodestra sulla dignità delle forze dell’ordine, anziché sui temi economici e del lavoro che - quelli sì - meriterebbero maggiore attenzione e competizione politica. Sicurezza e dignità delle forze dell’ordine scelte come armi di distrazione di massa. Che capolavoro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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