Dopo le sterili polemiche sulla mancanza del titolo di laurea che hanno fatto seguito alla nomina di Alessandro Giuli come titolare del ministero della Cultura, a seguito delle dimissioni di Gennaro Sangiuliano, il neo ministro si presenterà il prossimo lunedì all'università La Sapienza di Roma per l'ultimo esame previsto dal suo piano di studi in Filosofia. Contattato dai media, Giuli per ora preferisce non confermare o smentire la notizia, probabilmente per non dare ulteriore adito alle polemiche e alle solite strumentali proteste. Nonostante il suo silenzio, le solite sigle anti democratiche hanno annunciato una manifestazione contro il ministro, con l'intento, non dichiarato ma intuibile, di bloccarne l'esame.
Ad annunciare l'azione è stata le sezione di Roma del collettivo comunista Cambiare Rotta, che ha ne La Sapienza una delle sue roccaforti più resistenti. Nonché un luogo di loro presidio, in cui non sono ammesse altre correnti di pensiero se non quelle rosse dell'estremismo. "Appena nominato ministro della Cultura, Giuli torna in Sapienza per laurearsi in filosofia, nella stessa facoltà di Lettere dove il gruppo nazi-fascista in cui militava da giovane - Meridiano Zero - faceva agguati ai collettivi studenteschi colpevoli di non rimpiangere il regime fascista", scrivono dal collettivo nel manifesto con il quale hanno dato appuntamento a lunedì 30 settembre alle 9 presso la facoltà di Lettere. Il motivo? Oltre a trovare un altro pretesto per non fare lezione, gli studenti comunisti addossano in capo al ministro in carica da meno di un mese tutto ciò che secondo loro di sbagliato è stato fatto negli ultimi decenni. "Va alla guida di un ministero che ha smantellato per decenni la Cultura che avrebbe dovuto tutelare, privatizzando il patrimonio, appaltandone la gestione, precarizzando e dequalificando il lavoro nei beni culturali, nello spettacolo e nel turismo, in cui tanti di noi lavorano o aspirano a lavorare", si legge ancora.
Ma non solo, perché su Giuli riversano anche la rabbia per l'incarico ricoperto dal ministro nel comitato scientifico della Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine e quello di analista e consulente per la Fondazione Med-Or, presieduta dall’ex ministro Pd Marco Minniti. E per confermare che nella loro visione la democrazia non esiste, sull'esempio di quanto professato dal loro idolo Nicolás Maduro, lo accusano di aver voluto "mettere l'eredità di pensiero di un comunista ucciso dalle carceri fasciste (Antonio Gramsci, ndr) a servizio di una 'egemonia contemporanea' della destra di governo: fascista, guerrafondaia, debole coi forti e forte con chi è già privo di tutele e di un futuro". Per queste ragioni, scrivono, "salutiamo il nuovo ministro con i peggiori auguri per il suo ultimo esame".
Non si escludono scontri. Non è la prima volta che Cambiare Rotta mette in scena proteste anti-democratiche. Nel 2022, gli stessi furono protagonisti di un episodio che richiese l'intervento delle forze dell'ordine, in quanto cercarono di bloccare la visita di Daniele Capezzone e del deputato di Fratelli d’Italia e presidente di Gioventù Nazionale Fabio Roscani, invitati a una conferenza sul “capitalismo buono”.
E ancora, questa primavera, hanno tentato di bloccare la visita dei ministri Tajani e Bernini al Politecnico di Torino. E ancora, qualche settimana dopo, a Roma bloccarono l'intervento del ministro Roccella durante gli stati generali della natalità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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