Napoli - A fine estate è arrivata la doccia gelata per Clemente Mastella (nella foto), europarlamentare e leader dell'Udeur, che per i pm più che un partito sarebbe «un'associazione a delinquere». La Cassazione ha infatti stabilito che Clemente, la moglie Sandra, ex presidente del Consiglio regionale della Campania, nell'era Bassolino e 18 esponenti del partito del Campanile, dovranno nuovamente difendersi dalla pesantissima accusa nell'ambito di una indagine relativa a una presunta gestione clientelare dell'Agenzia regionale per l'ambiente campania. La Suprema Corte nei giorni scorsi ha annullato per «motivazione del tutto carente e manifestamente illogica» la sentenza del giudice dell'udienza preliminare di Napoli, Eduardo De Gregorio.
«Riguardo alla accusa di associazione per delinquere siamo tranquilli in quanto alla luce del principio di diritto enunciato dalla Cassazione, siamo perfettamente in grado di dimostrare che, in concreto Mastella non ha stretto alcun vincolo associativo finalizzato alla commissione di un numero indeterminato di delitti», ha spiegato l'avvocato Alfonso Furgiuele, legale dei Mastella.
Il 31 marzo di due anni fa il Gup De Gregorio dispose il giudizio (il processo è in corso) per Mastella, la moglie Sandra Lonardo e 18 esponenti del Campanile relativamente ad alcuni presunti episodi criminosi emersi nell'ambito di una indagine condotta dalla Procura di Napoli, dal pm (oggi alla Direzione nazionale antimafia) Francesco Curcio. Alla dinasty di Ceppaloni, viene contestata la «commissione di una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione».
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