I prefetti: "Fate conoscere le foibe". L'Anpi dice di no

Una circolare a sindaci e scuole per ricordare i massacri. I partigianI e la Cgil: "Sconcertante, è da rifare"

I prefetti: "Fate conoscere le foibe". L'Anpi dice di no
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Non sono più comunisti, perché giustamente oggi se ne vergognano, ma restano sempre trinariciuti. E così non potendo fare come i loro predecessori tra Venezia Giulia, Quarnaro e Dalmazia, vorrebbero infoibare la verità. Operazione umanamente vergognosa, ma piuttosto semplice nell'Italia di qualche lustro fa, dominata dalla cultura cattocomunista che non concedeva contraddittorio e occupava qualunque testo scolastico e universitario. Non è più così, come testimonia la richiesta di alcune prefetture che invitano i sindaci e poi gli uffici scolastici perché in «ogni ordine e grado» siano organizzate iniziative per ricordare il massacro delle foibe.

Alcune circolari sembrano essere già state diffuse e i prefetti, su indicazione di ministero dell'Interno e Presidenza del Consiglio, sono in attesa di riscontri per avere un quadro delle iniziative «per diffondere la conoscenza» della «spirale di violenza che esplose all'indomani della firma dell'Armistizio e che, per i successivi quattro anni, si scatenò su molti italiani inermi e incolpevoli, residenti nei territori ad Est di Trieste, con durissime e atroci rappresaglie dai contorni di una vera e propria pulizia etnica». Nulla di sconvolgente, anzi qualcosa di auspicabile, ma abbastanza per provocare la reazione isterica dei partigiani postumi (per ragioni anagrafiche) dell'Anpi.

A ribellarsi è incredibilmente il presidente dell'Anpi Gianfranco Pagliarulo (nella foto) che, invece di applaudire il «non dimentico» a quel genocidio degli italiani per troppo tempo negato, afferma che «queste sollecitazioni rappresentano una gravissima forzatura della verità storica, delle leggi vigenti, della stessa autonomia scolastica», chiedendo che la circolare bollata come «faziosa e strumentale» venga immediatamente ritirata. «È francamente sconcertante, una cosa del genere non era mai accaduta» dicono anche dalla Flc-Cgil. «Non è certo in discussione la condanna e la giusta memoria delle foibe, ovvero della tragedia dell'esodo, di cui alla legge sul Giorno del ricordo - concede Pagliarulo (e ci mancherebbe) - Ma non è vero che le foibe riguardarono solo gli italiani che pure furono i più colpiti e non è vero che si trattò di pulizia etnica». Non fu pulizia etnica? Non lo fu per Pagliarulo e fortunatamente per pochi oggi come lui che è pronto a menarcela ancora con «l'aggressione italiana alla Jugoslavia del 6 aprile 1941, la repressione bestiale della resistenza locale all'invasione, le stragi dei civili in particolare sloveni, le colpe dei criminali di guerra italiani, il ruolo dei partigiani per la liberazione dell'Italia dall'invasore nazista, il lager triestino della Risiera di San Sabba».

Roba già sentita troppe volte e finalmente sepolta da chi ha a cuore la verità e l'umanità di quei martiri che oltre al ricordo meritano rispetto. E oggi, finalmente, sembra abbiano trovato un governo deciso a restituire loro la dignità che meritano.

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