Chissà se almeno adesso gli intellettuali di sinistra prenderanno atto che Giorgia Meloni non solo non è fascista ma che i neo fascisti la premier la vogliono ammazzare proprio in quanto non fascista. Risulta chiaramente dall'inchiesta che ieri ha portato la Procura di Bologna a emettere dodici mandati di arresto, eseguiti in varie città italiane, a carico di esponenti di una cellula neonazista che stava preparando attentati contro una serie di obiettivi tra i quali appunto la Prima ministra. Senza arrivare a tanto, era evidente che l'estrema destra nostalgica e violenta non amasse, ricambiata, Giorgia Meloni. Nella loro follia la destra o è quella cosa del Ventennio o non può essere, nella loro ignoranza Giorgia Meloni è una usurpatrice che va fermata, addirittura abbattuta da un cecchino come risulta dalle carte dell'inchiesta. È chiaro che siamo al delirio di persone che ancora prima di essere nazifascisti sono dei delinquenti comuni e come tali vanno trattati e giudicati, spero con la massima severità. Dubito invece che questo cambi la narrazione secondo cui la destra italiana non avrebbe mai tagliato completamente i ponti con l'estremismo e il fanatismo che affonda le radici nella destra estrema. Non mi stupirei se in queste ore qualcuno in Parlamento o in qualche trasmissione televisiva chiedesse con tono solenne a Giorgia Meloni di «prendere le distanze» dai suoi potenziali assassini altrimenti «si configura una complicità di fatto». Parlandone ad arresti avvenuti, cioè a pericolo scampato, questa brutta notizia porta con sé una buona notizia: siamo sulla buona strada nel costruire una moderna e democratica alternativa conservatrice alla sinistra progressista, e questo ovviamente non piace a quell'esigua minoranza di sbandati che teorizzano la presa del potere attraverso non le libere elezioni bensì la lotta armata.
Ancora non sappiamo se questa cellula è qualche cosa di simile più alla parodia «Fascisti su Marte» messa in scena anni fa da Corrado Guzzanti e Andrea Purgatori o ai primi nuclei delle Brigate Rosse che in un crescendo di violenza arrivarono, loro sì, a colpire mortalmente il cuore dello Stato con il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro. Mi auguro sia il primo caso, ma anche se così fosse questa volta c'è poco da ridere.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.