"Intervenga Piantedosi", "Uso strumentale". Il sindaco di Monfalcone smonta le accuse di Soumahoro

Botta e risposta tra Aboubakar Soumahoro e Anna Maria Cisint dopo le accuse mosse dall'onorevole alle politiche del sindaco di Monfalcone

"Intervenga Piantedosi", "Uso strumentale". Il sindaco di Monfalcone smonta le accuse di Soumahoro
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Anna Maria Cisint, sindaco di Monfalcone, ha lanciato la sfida al deputato Aboubakar Soumahoro dopo l'attacco sferrato da quest'ultimo alla giunta comunale presieduta da Cisint, nota per le sue politiche integerrime. "Il Ministro dell'interno intervenga con urgenza sulle minacce e le intimidazioni subite dalla Comunità Musulmana di Monfalcone", ha dichiarato il deputato, secondo il quale "da tempo ormai la comunità musulmana nel nostro Paese è oggetto di una violenta campagna d'odio sdoganata e fomentata dalle destre, che di questo atteggiamento razzista ne hanno fatto un cavallo di battaglia per raccattare voti". Il pretesto è un atto intimidatorio inviato al centro culturale islamico, dove sono stati recapitati pezzi del Corano bruciato, accompagnato da un messaggio che diceva "Il Sacro Corano che pulisce il culo dei cristiani".

Una ricostruzione fallace quella dell'onorevole, che omette numerosi dettagli non utili alla sua narrazione. "È urgente un intervento del ministro dell'Interno per sanzionare tali atti, islamofobi e razzisti", ha concluso Soumahoro. Esternazioni che hanno trovato la pronta risposta del sindaco Cisint, secondo il quale "la Sinistra e i loro fiancheggiatori hanno preso a pretesto l’episodio delle lettere inviate al centro islamico Darus Salaam per una campagna di attacco fazioso verso l’amministrazione comunale e verso chi la rappresenta, capovolgendo completamente la realtà". Facendo una selezione chirurgica degli aneddoti da riportare, prosegue Cisint, "si giustifica volutamente il processo di islamizzazione in atto, che comporta il rifiuto ad accettare le nostre regole e i nostri valori per imporre l’egemonia culturale e sociale propria dell’Islam attraverso la cancellazione della nostra identità e la violazione delle nostre leggi".

Il sindaco di Monfalcone, osteggiato dalle opposizioni per le sue decisioni radicali nell'ottica di imporre a tutti, indistintamente, il rispetto della legge italiana, ci ha tenuto a sottolineare che "tutte le nostre ripetute aperture e le offerte di confronto si sono sempre scontrate con il rifiuto della comunità islamica a cogliere le richieste di superare l’odiosa segregazione femminile - di cui è simbolo il velo integrale - la conoscenza della nostra lingua, il rispetto nei confronti delle ragazze minori a scuola e nella società". Come spiega Cisint, la sinistra si guarda bene dall'intervenire in quelle situazioni e ora, prosegue, "alle loro voci si aggiunge ora quella di un altro campione dell’arroganza e della faziosità, Aboubakar Soumahoro, che vuole dare lezioni di democrazia sostenendo, con sprezzo del ridicolo, che i monfalconesi non condividono le mie posizioni".

Cisint, comunque, non si lascia intimidire e fermare dai "rinforzi" arrivati per sostenere le opposizioni di Monfalcone: "Attraverso l’uso strumentale e vittimistico di un episodio, che va condannato, sta facendo emergere il vero volto di questi

centri islamici, che non è quello della difesa dei simboli della fede, bensì del risentimento e dell’avversione verso tutta quella maggioranza di cittadini che con il loro voto mi ha appoggiato al Parlamento europeo".

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