Ingroia chiude a De Magistris

Il sindaco di Napoli incassa un secco no da Ingroia: "Non vesto toghe colorate". Ora a De Magistris rimane la magra consolazione di allearsi con Di Pietro

Ingroia chiude a De Magistris

Accomunati dallo stesso destino: rimanere soli. O unirsi con la consapevolezza di contare pochissimo nel panorama politico italiano. Antonio Di Pietro e Luigi De Magistris sono davanti a un bivio. Con la linea dura nei confronti del governo Monti e con l'attacco ai danni del presidente della Repubblica sono stati relegati all'angolo.

Ripudiati, entrambi, dal Pd, ai due non resta che unirsi per evitare di estinguersi dalla scena politica. Gli ultimi sondaggi danno l'Idv attorno al 2%, mentre il Movimento Arancione del sindaco partenopeo non raggiungerebbe nemmeno l'1%. Tempi duri per le toghe. E soprattuto per De Magistris. Il magistrato napoletano, dopo aver battezzato la Lista Arancione puntando tutto sulla candidatura di Antonio Ingroia, ha dovuto ingoiare un boccone amaro.

Infatti, il procuratore aggiunto di Palermo, ora in Guatemala per un incarico all'Onu, dopo una serie di giravolte, dichiarazioni rilasciate e poi smentite, pare abbia messo una pietra sopra sull'ipotesi di una discesa in campo, almeno nella lista arancione.

In una intervista al sito di MicroMega, il pm siciliano ha rispedito gli endorsement al mittente: "Ringrazio Luigi De Magistris per il suo apprezzamento e sostegno, ma correre troppo non è mai consigliabile. Io non vesto toghe o casacche colorate, né rosse né arancioni. L'ho detto e lo ribadisco. Sono solo un cittadino e un magistrato impegnato da anni per difendere la Costituzione. Farlo dall'Italia o dal Guatemala poco importa".

Una batosta in piena regola per De Magistris, considerando che il primo cittadino napoletano pochi giorni fa, al debutto romano del movimento arancione, aveva paventato la nascita del "Quarto Polo", spiegando che "Ingroia candidato premier sarebbe un segnale di discontinuità, un elemento di rottura e di costruzione nello stesso tempo". Al momento però, l'unica rottura consumatasi è quella tra i due.

I segnali di un flop del neonato movimento arancione emergono prepotentemene. Lo stesso sindaco, giorni fa, ha fatto sapere che non ci metterà la faccia e che continuerà a fare il sindaco. Consapevolezza del proprio fallimento? Può darsi. Quello che è certo è che il progetto di De Magistris adesso difficilmente troverà sponde politice. Col Pd i rapporti sono tesi, visto che una delle prime iniziative della Lista Arancione è stata quella di schierarsi a favore di Ingroia e contro Napolitano.

L'unica ipotesi da poter prendere in considerazione è l'alleanza con Di Pietro. Proprio ieri, lo stesso pm di Montenero di Bisaccia, ha lanciato la proposta di una lista civica con de Magistris. Una magra consolazione. Per entrambi.

twitter: @domenicoferrara

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