Di Pietro fa la corte pure a De Magistris

L'ex pm annuncia il rinnovamento e l'eliminazione del suo nome dal simbolo: "Sto diventando vecchio, ma non me ne sto andando"

Il leader Idv Antonio Di Pietro
Il leader Idv Antonio Di Pietro

Ormai le prova tutte. E ci prova con tutti. Antonio Di Pietro è un politico a rischio estinzione. Ma soprattutto alla ricerca di una capanna, cioè un'alleanza capace di fargli superare la soglia fatidica del 4% per entrare in Parlamento. Nell'ultimo periodo, l'ex pm di Montenero di Bisaccia ha alternato la consueta tenacia e irruenza verbale ad una sorta di moderazione adulatoria, ha cercato di corteggiare salvo poi dileggiare coloro che non hanno ceduto alle sua avances.

La liaison con Grillo si è infranta quando il leader del MoVimento 5 stelle lo ha candidato alla presidenza della Repubblica. Quella con Vendola, risalente all'ormai sbiadita foto di Vasto, è passata in secondo piano. La relazione con Bersani è naufragata quando il leader Idv ha cominciato a sparare a zero contro il governo Monti e contro il capo dello Stato. Oltre a queste relazioni complicate, Di Pietro ha pure collezionato una serie di divorzi, in primis quello con Massimo Donadi, ex capogruppo Idv alla Camera e artefice della creazione del nuovo gruppo Diritti e Libertà.

Anche con De Magistris il rapporto si è incrinato a seguito dello scandalo degli appartamenti di Di Pietro, in aggiunta alle altre indagini che hanno coinvolto vari esponenti dell'Idv, da Vincenzo Maruccio a Marilyn Fusco passando per Silvana Mura, solo per citare gli ultimi casi.

Eppure, l'ex toga è politico che non si arrende. Confida ancora in una sua rinascita, punta alla rivoluzione del partito e all'eliminazione del suo nome dal simbolo Idv per riacquistare quella credibilità perduta (gli ultimi sondaggi attestano l'Idv intorno al 2%). "Mi sto facendo vecchio, ma tranquilli, non me ne sto andando. È necessario però spersonalizzare il partito", ha ironizzato Di Pietro all’assemblea generale dell’Idv spiegando che al prossimo congresso il partito dovrà rinascere.

Ma, soprattutto, Tonino non si preoccupa di tornare a corteggiare chi lo ha respinto. Così ha fatto prima con Grillo. Così sta facendo con Bersani e con lo stesso de Magistris. "È inspiegabile, se non in una logica di conquista delle poltrone, rifiutare l’appoggio dell’Idv e di tutte le forze politiche che sono venute allo scoperto contro Monti", ha dichiarato Di Pietro riferendosi al Pd di Pierluigi Bersani e aggiungendo che "se la coalizione di centrosinistra vuole proseguire l’esperienza del governo Monti, allora il Pd non si appropri di un uomo che non è suo, perché quello è un governo di centrodestra, dei banchieri e dei poteri forti".

Fino a qualche settimana, proprio il Pd era stato considerato da Di Pietro il "mandante del killeraggio mediatico" nei suoi confronti. Ma il rancore evidentemente non appartiene al leader Idv. Che, dopo aver comunque lasciato uno spiraglio alla sempreviva alleanza col Pd, cerca altre strade. O paracaduti. Come il sindaco di Napoli al quale lancia una vera e propria proposta di matrimonio: "L’Idv è pronta a presentarsi in Parlamento alle prossime elezioni politiche con una lista civica che comprenda il Movimento Arancione di Luigi de Magistris e tutte le componenti della sinistra anti montiana".

Non importa se de Magistris un mese fa il primo cittadino partenopeo usasse parole dure nei confronti dell'ex pm: "Non ha affrontato in modo chiaro e netto la questione morale, non ha aperto ai più giovani, ha proseguito con una gestione verticistica del partito”. Ogni alleanza vale la candela. E nel caso Di Pietro non dovesse trovare nessuna sponda politica, andrà da solo. Almeno così assicura lui. "Ci saremo alle prossime elezioni soli o ben accompagnati".

"Le ragioni per cui ci vogliono isolare non sono quelle che dicono, che siamo un partito populista, un partito che attacca: è che le nostre idee danno fastidio. Questa è la ragione vera, politica, per cui ci vogliono isolare", ha tuonato Di Pietro non perdendo il vizio di sfoderare bordate e accuse a destra e a manca. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, lo segue a ruota.

"C’è in atto il tentativo di un omicidio politico contro di noi, tentativo che riguarda l’Idv e non Di Pietro. Pensate a quanto sorriderebbero D’Alema, Casini e Berlusconi se noi dovessimo essere morti e sepolti". Intanto, almeno per il fuoriuscito Donadi "oggi l'Idv celebra i suoi funerali".

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