Intercettazioni e inasprimento pene per i piromani: tema giustizia nel Cdm

Il decreto prevede l'estensione dell'utilizzo delle intercettazioni per i reati più gravi, come quelli connessi alla criminalità organizzata

Intercettazioni e inasprimento pene per i piromani: tema giustizia nel Cdm

Tra i vari temi di cui si è occupato quest'oggi il Consiglio dei ministri anche quello relativo all'adozione di un nuovo provvedimento che riguarderà il tema giustizia, nella fattispecie i reati connessi alla criminalità organizzata.

Il decreto legge conterrà una serie di disposizioni urgenti "in materia di processo penale, processo civile, di contrasto agli incendi boschivi e di recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche, nonché in materia di personale della magistratura, del ministero della Giustizia e del ministero della Cultura".

Uno dei provvedimenti più attesi è quello che prevede l'estensione dell'utilizzo delle intercettazioni per i reati più gravi, come nei casi in cui sussista l'aggravante del metodo mafioso, nonché la prevista creazione ad hoc di un archivio interdistrettuale per conservare e organizzare gli ascolti. L'organizzazione e la sorveglianza sull'attività di 'ascolto' resterà nelle mani dei procuratori capo, ma "il ministero della Giustizia assicura l’allestimento e la manutenzione delle infrastrutture" e "con esclusione dell’accesso ai dati in chiaro".

Saranno i primi due articoli del decreto a occuparsi di questo tema, facendo riferimento a una sentenza della Cassazione, la 34895/2022, che ha definito la nozione di "criminalità organizzata". Interpretazione che, come annunciato dal premier Giorgia Meloni, l'esecutivo ha fatto sua per poter usufruire delle intercettazioni ed evitare "effetti dirompenti su processi in corso per reati gravissimi". L'uso delle intercettazioni, viene esteso ad alcune ipotesi di criminalità particolarmente gravi, come ad esempio procedimenti per reati legati al traffico illecito di rifiuti, a reati aggravati dal metodo mafioso, al terrorismo oppure ai sequestri di persona con finalità estorsive.

Nel decreto troverà spazio anche l'inasprimento delle pene previste nei casi di incendi boschivi dolosi, e una specifica norma che permetterà ai contribuenti italiani di scegliere di destinare il proprio otto per mille della dichiarazione dei redditi al "recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche". La pena edittale minima per chi causa un rogo sale da 4 fino a 6 anni: nel caso in cui la matrice sia colposa, la pena minima sarà di 2 anni di reclusione. Viene aumenta"da un terzo alla metà" qualora il fatto sia compiuto "al fine di trarne profitto per sé o per altri o con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti all'esecuzione di incarichi o allo svolgimento di servizi nell’ambito della prevenzione e della lotta attiva contro gli incendi boschivi".

I commenti

"La decisione con cui il CdM ha deliberato di inasprire le pene per coloro che compiono atti piromani, in danno dell'ambiente e della nostra comunità, è segno della solida volontà del Governo di contrastare questa minaccia per preservare la nostra preziosa natura, le risorse ambientali e le vite umane messe a rischio da incendiari senza scrupoli", commenta il sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno Emanuele Prisco.

"I roghi dolosi sono un crimine dagli effetti devastanti ben oltre le immediate conseguenze, e l'inasprimento delle pene invia un potente segnale a chiunque sia tentato di commettere tali azioni e dimostra che la nostra società non intende tollerarle", aggiunge."Si tratta di una misura rafforzata a protezione dell'ambiente, della sicurezza pubblica e della coesione della nostra comunità nazionale".

La speranza è che tale inasprimento, unito a un maggiore controllo sul territorio da parte delle forze dell'ordine, possa fungere da deterrente il prima possibile. "Pene più severe vanno in ogni caso affiancate da attività di prevenzione, educazione e consapevolezza per fermare il fenomeno dei roghi dietro ai quali c'è sempre più la mano dell'uomo", spiega Prisco, "bisogna preservare l'economia di gran parte del territorio nazionale, che, come nelle ultime ore in Sardegna, va in fumo in poche ore per incendi dolosi alimentati dalle condizioni climatiche che rendono oltremodo difficili e purtroppo rischiosi, gli interventi dei Vigili del Fuoco e degli altri soccorritori". Un'attività che non può comunque prescindere dalla partecipazione attiva della popolazione: "Serve la collaborazione, la sensibilità e l'aiuto dei cittadini per fermare la mano assassina dei piromani", conclude il sottosegretario.

"Il governo Meloni ha esteso l'utilizzo delle intercettazioni ad alcuni reati come quelli legati al trasporto dei rifiuti e alle ipotesi di sequestro di persona", dichiara il deputato di FdI Carolina Varchi, "una risposta chiara, con i fatti, a chi prova a raccontare un'altra storia". "La norma è contenuta nel disegno di legge approvato oggi in Consiglio dei ministri che interviene su diversi settori, dalla cultura alla giustizia", prosegue. "Oltre a estendere i confini dei reati per i quali possono essere disposte le intercettazioni, il governo metterà a disposizione delle Procure una nuova infrastruttura digitale che, nella piena autonomia della magistratura, agevolerà il lavoro dei Pm". "Un'altra norma rende più pesanti le pene per i reati compiuti dai piromani", precisa Varchi, "in particolare nei confronti di chi compie questi delitti pur ricoprendo incarichi legati al contrasto e alla prevenzione dei roghi".

Le parole di Nordio

In conferenza stampa dopo il Cdm il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha confermato le misure approvate durante il Consiglio dei ministri. "Sono contrario alle intercettazioni a strascico e alla diffusione pilotata delle intercettazioni che violano la dignità e l'onore di terzi", ha dichiarato il ministro, che ha aggiunto di non essere "mai stato contrario alle intercettazioni come mezzo di strumento della prova dei reati più gravi".

Per quanto concerne la possibilità di estendere l'uso delle intercettazioni a una maggiore serie di reati che fino a ora non erano previsti, Nordio ha spiegato che questo ha lo scopo di "dare una definizione certa a quelle che erano le incertezze giurisprudenziali che hanno portato a oscillazioni nelle sentenze", come si è verificato con la sentenza 34895 della Cassazione.

"Le procure saranno sovrane nell'accesso dei dati delle intercettazioni, alle quali il ministero è ovviamente estraneo", ha quindi aggiunto. "La gestione dei server viene accentrata in quattro sedi per garantire l'integrità e la segretezza di queste delicatissime strutture che sono colme di dati sensibili". Il ministro ha precisato che il Cdm ha accolto le richieste inoltrate della Direzione nazionale antimafia.

"Quello che voglio assicurare è che la gestione e la manutenzione di questi server da parte del ministero non comporta minimamente l'accesso del ministro a questi dati sensibili, il decreto anzi lo vieta esplicitamente", ha concluso.

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