L’intervista di Giorgia Meloni al tg di Poste - venti minuti di trasmissione andata in onda negli uffici postali italiani oltre che online – diventa l’ennesimo strumento contundente da puntare contro l’esecutivo di centrodestra. Il messaggio firmato dalle opposizioni e recapitato al premier Meloni è una “multa” a tutti gli effetti: vietato rilasciare interviste e dichiarazioni, sembra recitare il motto della gauche nostrana. Il contro da pagare è un mix di attacchi grotteschi e insulti personali. Dall’accusa di “Istituto Luce sul web” al solito “Tele Meloni”, passando ovviamente per l’annuncio di una interrogazione parlamentare dietro l’angolo, le opposizioni gridano allo scandalo.
Il Ventennio, a sentire gli autoproclamati maître à penser della sinistra parlamentare, è di nuovo tra noi. L’ultima intervista di Giorgia Meloni, venti minuti di domande e risposte andate in onda sul Tg di Poste, secondo le opposizioni è l’ultimo tassello di una politica nostalgica neo fascista, con cenni autoritari e toni propagandistici. Se non si parlasse di vere accuse, verrebbe quasi da ridere. Ma andiamo con ordine. Il primo ad andare su tutte le furie è il Partito democratico. Sandro Ruotolo, fedelissimo di Elly Schlein e responsabile Cultura del partito, spara il primo colpo:“Ma fino a dove si estende Tele Meloni? – si chiede sarcasticamente – È diventata una cosa insopportabile”. L’accusa di autoritarismo non tarda ad arrivare: “Siamo davanti – dice il responsabile Cultura dem – all’occupazione del potere, dei mezzi di comunicazione peraltro pagati da tutti i cittadini”.
Insomma, l’esecutivo di Giorgia Meloni ha tutte le carte in regola per diventare un esempio di neo-totalitarismo all’italiana del ventunesimo secolo. Le opposizioni ci credono e il segretario di +Europa, con sprezzo del ridicolo, annuncia un’interrogazione parlamentare. È tutto vero: “Chiediamo a Giorgia – spiega Riccardo Magi – come sia possibile quest’uso da Istituto Luce del sito delle poste e come, a questo punto, anche i leader dell’opposizione possano accedere a un canale di informazione capillare che va in tutti gli uffici postali oltre che su tutte le piattaforme”. Il segretario di +Europa, dopo aver denunciato un ritorno al Ventennio fascista tout court, prende in prestito il romanzo dispotico 1984 di George Orwell. “Sembra uno scenario orwelliano – dice – invece è la realtà: Venti minuti di pura propaganda di Giorgia Meloni trasmessi in ogni ufficio postale d'Italia, dove i poveri utenti non hanno nemmeno la possibilità di cambiare canale”.
Accompagnato, a stretto giro, dall’ultima avanguardia della nuova Resistenza partigiana, Nicola Fratoianni. Il numero uno di Sinistra Italiana tuona:"Basta propaganda che ormai ha raggiunto pure un forte livello di ridicolo”.
"Ho ricevuto parecchie segnalazioni sull'evento creato dal Tg di PosteItaliane nella giornata di ieri – spiega Fratoianni - quasi tutte per esprimere indignazione e senso del ridicolo per l'operazione mediatica messa in campo. Ma era proprio necessario fare un'intervista 'esclusivà alla presidente del Consiglio?". Gira e rigira, il motto della gauche italiana è sempre lo stesso: vietato rilasciare interviste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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