Italia in rosso, altro che crescita. Ma il Prof ha troppi Grilli in testa

Il ministro vagheggia scenari di prosperità e promette meno tasse: con Imu e risparmi stangati il risultato è raggiunto. Ma ammette: nel 2012 non rispetteremo gli impegni sul deficit

Italia in rosso, altro che crescita. Ma il Prof ha troppi Grilli in testa

Il governo Monti e l'Unione europea (suo diretto mandante) finora ci hanno abituato ad ogni espediente tipico dei telefilm polizieschi americani: mancava giusto il vecchio trucco del poliziotto buono e di quello cattivo. Con l'intervista di Grilli su Repubblica di ieri ci siamo tolti anche questo sfizio.

L'esordio è stato quello della scena, ormai abusata, della bomba che sta per scoppiare con lo spread sopra 400 che non poteva essere tollerato un secondo di più. Ecco che poi invece quello stesso spread è diventato un normale compagno di vita. Siamo passati poi al classico furto dei meriti altrui da parte del «cattivo» di turno, con Monti che si appropriava dei risultati dei prestiti Bce, facendo credere che la differenza fra i tassi a breve e quelli a lungo, invece dell'ovvio fatto che i prestiti erano solo per tre anni, dipendesse dall'incertezza per lo spaventoso rischio di un futuro senza la sua augusta persona.

Non va dimenticato poi che tutta l'eurosceneggiatura si basa sulla nota tattica della tortura del lavandino, dove l'aguzzino tiene la testa della vittima sott'acqua, la fa respirare, confessare (nel nostro caso ci fa firmare un altro po' di tasse e di perdita di sovranità) e poi ancora sotto, pronti per altre richieste.
In questo scenario degno di un telefilm tipo Csi ecco irrompere come un marziano il poliziotto buono, Vittorio Grilli, neoministro del tesoro che, in una flautata intervista, ci dischiude scenari di pace, ricchezza e prosperità, di tasse che scendono e di spread che si azzerano. Annegato in un mare di parole e fiorellini il «trascurabile» concetto che l'Italia non riuscirà a mantenere (incredibile!) per il 2012 il suo obiettivo di deficit, infatti l'unico punto ripreso da tutta la stampa estera, meno sensibile al fumo, è stato proprio questo.

Cercheremo di essere schematici e bruschi anche noi, come gli anziani ispettori dei telefilm. Grilli respinge la patrimoniale di Bersani perché dice che con l'Imu e la tassa sui risparmi si è già avviato un «riequilibrio» fra le tasse sui redditi e quelle sul possesso di cose. Ebbene, non c'è proprio nulla da «riequilibrare», o i beni vengono da redditi dichiarati e stratassati progressivamente e allora nessuna tassa è più dovuta o vengono da evasione e allora vanno sanzionati o sequestrati. La tassazione della proprietà, anche nella forma camuffata dell'Imu, è un obbrobrio e va detto chiaro.

Il ministro del Tesoro poi assicura che non ci sarà nessuna nuova manovra perché si «deprimerebbe ulteriormente un'economia già in recessione». Perfetto, ma allora, una volta compresa la banale equivalenza più tasse in stagnazione=recessione, vorrà gentilmente il ministro spiegarci il senso della memorabile spremitura fiscale attuata dal suo governo, diretta causa della recessione con relativo sforamento del rapporto deficit/pil? Ci siamo fatti del male, abbiamo incenerito più ricchezze di quante ne abbiamo raccolte con le gabelle, i capitali in fuga sono un fiume in piena. Tutto questo per ottenere cosa?

Per Grilli poi il fiscal compact viene nominato di sfuggita, meglio dire che per il governo la «priorità è la riduzione del carico fiscale». Come no. E i 50 miliardi annui per soddisfare il lunare editto europeo che abbiamo votato senza neppure leggerlo da dove verranno? Secondo il ministro «una volta superata la fase recessiva» la crescita farà il miracolo. Il vero miracolo sarà vedere da dove mai arriverà la crescita con un futuro nelle mani di condizioni europee oscure e con la benzina a due euro al litro.

L'unica cosa quasi sincera dell'intervista di Grilli è la similitudine «l'Europa è come un granchio»: il ministro intendeva che cresce cambiando il guscio, in realtà è più corretto dire che è come un gambero: cammina all'indietro.

Twitter: @borghi_claudio

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